Infine, dopo che la multa di 100 euro alle persone con un’età superiore ai 50 anni che non si erano sottoposte al trattamento farmaceutico, arbitr
Infine, dopo che la multa di 100 euro alle persone con un’età superiore ai 50 anni che non si erano sottoposte al trattamento farmaceutico, arbitrariamente denominato “vaccino”, per contrastare la pandemia da virus Covid-Sars 2019, era stato sospeso per due anni, il Governo ha definitivamente cassato la sanzione.
Introdotta nel 2021, su iniziativa del governo guidato da Mario Draghi, appoggiata tutto il centrosinistra e dai 5 Stelle, non osteggiata evidentemente neppure dalla Lega, essa rappresentò il culmine degli atti ricattatori messi in atto per costringere tutta la popolazione italiana a sottoporsi ad un trattamento spacciato per la panacea di tutti i mali, e in realtà inefficace, perché non immunizzante (ecco perché non poteva essere definito “vaccino) e insicuro, con un carico di effetti avversi, per quanto enormemente sottostimato a causa della farmacovigilanza passiva e dell’omertà degli organismi di controllo, uguale a quella di tutti i vaccini precedentemente introdotti messi assieme.
Tale trattamento seguiva il protocollo di cura basato sulla tachipirina e sulla vigile attesa, che sciaguratamente il ministero della Salute aveva nel 2020 consigliato, anche se non ordinato (su questa distinzione sofistica si è retta di fatto tutta la difesa che sulla questione hanno eretto Roberto Speranza e dello stesso Ordine Nazionale dei Medici) a dispetto dei protocolli di cura precoci, efficaci, basati sui farmaci tradizionali, che avrebbero drasticamente ridotto la mortalità fin dall’inizio, impedendo l’insorgere dei coaguli a livello polmonare.
Ma la multa di 100 euro fu in realtà solo la punta di un iceberg che aveva nel vergognoso “Green pass” la sua arma nucleare: privare progressivamente le persone di ogni diritto, da quello di salire su di un mezzo pubblico a quello di frequentare il proprio posto di lavoro in vari ambiti, dal divieto di mangiare in un ,locale a quello di entrare nelle banche o di essere servito alle Poste. Qualcosa di letteralmente agghiacciante, di un sadismo che faceva tornare alla mente i regimi di aparthied sociale che si studiano sui libri di storia, soprattutto perché basato sul nulla cosmico, su un presupposto falsissimo, e cioè che le persone che si fossero sottoposte al trattamento, solo loro, sarebbero state incapaci di trasmettere il virus.
I fatti, come tutti hanno potuto ben e lungamente osservare, si sono divertiti a fare strame di queste autentiche falsità, queste sì, antiscientifiche. Basterebbe questo per smontare tutto il castello di carte.
Accade quindi che ora il governo di Centrodestra, che non abbiamo alcun elemento per poter liberare dalla concreta possibilità che non avrebbe agito diversamente se fosse stato al potere in quel periodo, tanto è vero che ne fa parte Forza Italia, ha deciso di cancellare definitivamente quell’autentica ignominia, senza però restituire il mal tolto a chi abbia versato già quella penalità.
Davanti a questa scelta, tardiva non meno che sacrosanta, gli esponenti del centrosinistra compatto schiumano incomprensibilmente rabbia da tutti i pori, non sazi di avere all’epoca privato anche i minorenni della socialità. Si sprecano le dichiarazioni di disappunto, tutte impostate sull’asserzione per la quale questa decisione sarebbe un pessimo esempio nei confronti di chi abbia rispettato la legge e premi invece i furbi, quasi come se si trattasse di casi di evasione fiscale.
Ne è un esempio il comunicato stampa emanato dal dottor Pierluigi Lopalco, all’epoca assessore alla Sanità della Regione Puglia, secondo il quale: ” Come farà il centrodestra a spiegare a milioni di cittadini onesti che rispettare la legge non è un valore imprescindibile? Come potrà guardare negli occhi quanti – medici, infermieri e personale sanitario – hanno lavorato fino allo stremo delle forze, sapendo che il loro impegno viene svilito da simili decisioni”?
Se una legge è basata su presupposti errati, chi decide di non rispettarla compie un atto di sacrosanta disubbidienza sociale, in nome della quale all’epoca i cittadini che la compirono pagarono già un prezzo abnorme, rispetto alla nessuna colpa a proprio carico.
COMMENTI