E’ sufficiente leggere lo sfogo via social del sindaco di Rodi Garganico, Carmine D’Anelli, per interpretare l’amarezza dei sindaci del promontori
E’ sufficiente leggere lo sfogo via social del sindaco di Rodi Garganico, Carmine D’Anelli, per interpretare l’amarezza dei sindaci del promontorio dl Gargano rispetto ai progetti finanziati dal Fondo di Sviluppo e Coesione. E’ stato assegnato un solo progetto proposto dai comuni, ossia l’intervento da 4,8 milioni del Palazzetto multimediale con piscina socio-sanitaria. Per il resto ci si dovrà accontentare dei progetti assegnati ad altri enti (riportati uno per uno su queste colonne), che comunque avranno ricadute sui territori: “È vergognoso che al Salento vada una valanga di soldi e al Gargano solo una miseria, mai avrei immaginato un volgare colpo basso nei confronti del nostro Gargano. Difatti, al Gargano è arrivata una beata minchia. E pensare che questi investimenti dovevano ridurre il divario territoriale della nostra Regione. Da questo momento è guerra. Guerra politica in tutti i sensi”.
Sempre sui social, in risposta ai lettori, il sindaco di San Marco in Lamis Michele Merla ha sostenuto di aver presentato progetti per 14 milioni di euro. C’è anche chi, a microfoni spenti, ci ha riferito di non aver saputo nulla della possibilità di procedere a una contrattazione privata. Tuttavia, la Regione Puglia è tutt’altro che esente dalle responsabilità.
Anche Antonio Metauro, presidente di Confcommercio Foggia ha espresso un pizzico di amarezza: “Sottolineiamo come molte città e paesi strategici della nostra provincia siano stati ricompresi nelle tabelle esplicative dei finanziamenti, ma – a parte per alcuni piccoli interventi – il Gargano è stato dimenticato, il cuore pulsante del turismo di questa provincia che viene omaggiata per la sua incantevole bellezza e accoglienza dai turisti non solo italiani, ma viene dimenticato da tutte le altre Istituzioni. Bene, per esempio, che su Foggia si pensi a potenziare il nostro aeroporto con 39 milioni di euro, la raccolta differenziata e il tratturo delle Croci, ma dispiace constatare che per quanto riguarda lo sviluppo urbano non si stato fatto uno sforzo di progettazione per la città di Foggia. Eppure dovremmo tutti lavorare affinché una città come Foggia non chiuda definitivamente. Come associazione ci stiamo impegnando su questo tema: non siamo esenti da responsabilità come territorio, ma non possiamo nemmeno continuare a non sentire un moto di orgoglio e a lavorare tutti insieme per ottenere di più, non solo dal punto di vista economico, ma da quello più puramente strategico”.
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale Paolo Campo, che in premessa ha evidenziato come l’importanza del Fondo Sviluppo e Coesione non sia discutibile e non è in discussione, almeno non da parte del gruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, scrive: “Ciò che si può e si deve criticare è l’incursione campanilistica operata dal centrodestra pugliese con il placet dell’ex ministro Raffaele Fitto. Quella che la sindaca di Lecce ha accolto con eccentrici toni trionfalistici, di tutt’altro tenore rispetto alle reazioni dei suoi colleghi salentini”.
Il consigliere regionale sipontino difende La Regione Puglia, che “con grande senso di responsabilità e altrettanto rispetto istituzionale, ha individuato obiettivi di sistema per promuovere, appunto, lo sviluppo e la coesione della Puglia e tra le comunità pugliesi: infrastrutturazione delle aree industriali, prevenzione e cura degli effetti del dissesto idrogeologico, miglioramento del ciclo idrico, miglioramento delle infrastrutture stradali, rafforzamento delle strutture sanitarie. Queste e tutte le altre previsioni strategiche contenute nel documento sono suscettibili di incrementare ulteriormente le ottime
Situazioni economiche fatte registrare dalla Puglia negli anni post covid, produrre nuova e buona occupazione, innalzare la quantità e la qualità dei servizi socio-sanitari, incrementare la sostenibilità ambientale dell’intero ‘sistema Puglia’ e favorire tanto la nascita che il radicamento di innovative attività imprenditoriali e associative nei più svariati campi”.
In ultimo, anche rispetto alle proteste pervenute dagli amministratori del Gargano, aggiunge: “L’indebolimento della visione strategica elaborata dalla Regione e dalle sue articolazioni è l’esito del meccanismo di contrattazione introdotto dal governo Meloni per la definizione dei singoli Fcs, utilizzato per introdurre in una pianificazione strategica pluriennale, ad esempio, la costruzione dello stadio di Maglie. Come questa, sono tante le opere puntuali inserite nel documento a scapito di interventi di sistema, anche facendo leva sull’assoluta indifferibilità della sottoscrizione dell’accordo. Questa interpretazione, tutta interna al centrodestra, ha originato la conflittualità politica e istituzionale emersa all’indomani della firma e che rischia di farci perdere di vista gli obiettivi strategici da raggiungere per il bene della Puglia e dei pugliesi”.
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