Dal canone Rai a 90 euro ai i contributi ai partiti, dalla riapertura del concordato al bonus Natale, è stato un via libera al cardiopalma in comm
Dal canone Rai a 90 euro ai i contributi ai partiti, dalla riapertura del concordato al bonus Natale, è stato un via libera al cardiopalma in commissione Bilancio al Senato al decreto fiscale collegato alla manovra. Il dl approda oggi in Aula a Palazzo Madama, ma la maggioranza è andata sotto durante il voto a due emendamenti: quello sul taglio del canone Rai sostenuto dalla Lega con l’appoggio di Fdi e Mef e quello sulle misure per la sanità in Calabria a firma dell’azzurro Claudio Lotito.
La premier Giorgia Meloni ha però ridimensionato la portata della spaccatura. “Sono schermaglie, non ci vedo nulla di particolarmente serio…”, ha detto a margine dei lavori della X Edizione dei Med Dialogues. Ma l’opposizione attacca con la segretaria del Pd Elly Schlein che parla di “maggioranza in frantumi” e divisioni “evidenti”.
Ecco le misure passate in commissione Bilancio.
Pomo della discordia nella maggioranza è l’emendamento della Lega per confermare il canone Rai a 70 euro, contro i 90 che ripristinerebbe la manovra dal 2025. La proposta di modifica è stata bocciata con 12 ‘no’ da Forza Italia e opposizioni e 10 ‘si’ con Fdi e Lega. La proposta potrebbe tuttavia tornare in campo con gli emendamenti alla Legge di Bilancio.
Via libera nel dl al payback sanitario con l’approvazione di un emendamento a firma Fdi ma sostenuto anche dalle forze di opposizione. La Lega con il senatore lombardo Claudio Borghi non ha partecipato alle votazioni.
Approvata la proposta che prevede un aumento di 3 milioni di euro al tetto per i contributi ai partiti. Il via libera è arrivato sul testo originario a firma Pd e Avs, dopo lo stop di ieri del Colle ad una riformulazione del governo che fissava una soglia garantita dello 0,2 per mille sull’intero gettito Irpef da ripartire tra le forze politiche anche se il contribuente non avesse espresso preferenze.
Luce verde alla riapertura fino al 12 dicembre dei termini per l’adesione dei soggetti Isa al concordato preventivo biennale scaduto il 31 ottobre. Il concordato consente per due anni di pagare le tasse sulla base di una proposta formulata dall’Agenzia delle Entrate, coerente con i parametri contenuti nelle banche dati a disposizione dell’amministrazione finanziaria e i redditi dichiarati dal contribuente. Esclusi dalla remissione dei termini i soggetti con regime forfetario. Con le risorse reperite il governo intenderebbe tagliare le tasse al ceto medio abbassando dal 35% al 33% l’aliquota del secondo scaglione Irpef.
Platea ampliata per il Bonus Natale da 100 euro: un emendamento approvato estende infatti ai genitori single con reddito entro i 28mila euro il contributo una tantum allargando i beneficiari potenziali a 4,5 milioni di persone. Il bonus potrà però essere percepito da un solo coniuge nello stesso nucleo famigliare.
Aumentano di 343 milioni di euro le risorse per il patrimonio di Autostrade dello Stato, la società in-house del ministero delle Infrastrutture controllata dal Mef per la gestione di tratte autostradali. I fondi sono destinati all’acquisizione dei diritti e obblighi legati alle partecipazioni azionarie di Anas in Concessioni Autostradali Venete, Autostrada Asti-Cuneo, Società italiana per azioni per il traforo del Monte Bianco e Società italiana traforo autostradale del Frejus.
Liste d’attesa più corte nella sanità. Una proposta di modifica approvata recupera le risorse non spese stanziate durante l’emergenza Covid per attuare i piani operativi di smaltimento delle liste. Nel dettaglio i fondi andranno al potenziamento delle prestazioni aggiuntive e al coinvolgimento di operatori privati accreditati.
Approvato dalla commissione bilancio del Senato l’emendamento firma Paita (Iv) che abolisce le sanzioni pecuniarie per gli enti locali in caso di mancato invio della certificazione Covid per il 2022. In caso di risorse Covid utilizzate nel 2022 e successivamente non certificate, infatti, “la penalità a carico dell’ente inadempiente – spiega la senatrice – si è già configurata automaticamente, sotto forma di obbligo di restituzione allo Stato delle risorse di cui non si è certificato l’impiego”.
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