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Dall’inizio dall’anno in Italia ci sono stati 263 omicidi, “96 dei quali hanno avuto come vittime le donne. Di questi 82 sono avvenuti in contesti familiari e affettivi mentre 51 sono le donne uccise dal partner o dall’ex partner”. I dati sulla violenza di genere “continuano a scuotere le nostre coscienze”. Parole del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenuto al Campus Luiss nel corso della presentazione della campagna di sensibilizzazione #Nessuna scusa, in vista della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.
“Anche il nostro Paese si deve fare promotore di un messaggio inequivocabile e coraggioso: la violenza sulle donne continua ad essere un’emergenza da contrastare con ogni possibile soluzione – ha aggiunto il titolare del Viminale -. Pur in presenza di un calo rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (un calo che vede una diminuzione del 10% degli omicidi complessivi, del 9% delle vittime di genere femminile e del 5% degli omicidi familiari) questi numeri ci ricordano la tragica realtà di donne, troppe ancora, che subiscono violenza, senza trovare il supporto necessario”.
“Al fine di dare sempre e comunque la priorità alla sicurezza delle vittime o delle persone in pericolo, è stata condivisa con il ministero della Giustizia l’esigenza di valutare, caso per caso, non solo la funzionalità tecnica del braccialetto elettronico ma anche l’idoneità dello stesso (ad esempio per le caratteristiche dei luoghi interessati dal monitoraggio), a rafforzare realmente la capacità difensiva del tracciamento di prossimità prevenendo quei contatti che potrebbero essere prodromici a condotte criminose. La tematica sarà oggetto di approfondimento nel corso di una riunione che si terrà proprio oggi a Palazzo Chigi”, ha rivelato Piantedosi.
Il ministro dell’Interno ha ricordato che “al 15 novembre di quest’anno dei 10.458 dispositivi attivi, ben 4.677 sono quelli disposti per l’antistalking. Sono numeri altissimi che danno la dimensione di un fenomeno. Basti pensare che in Francia i dispositivi attivi lo scorso mese di luglio erano in totale 984. Non solo. Il ricorso al braccialetto elettronico nel solo mese di ottobre ha consentito l’arresto di 46 persone, di cui l’ultimo proprio la notte scorsa. E’ chiaro – ha spiegato Piantedosi – che la gestione di un quantitativo così elevato di dispositivi impegna particolarmente le forze di polizia ed ha messo in luce alcune indubbie criticità nel sistema di monitoraggio. Per superare queste difficoltà presso il Viminale è operativo da alcuni mesi un Gruppo di lavoro interforze, con la partecipazione anche di rappresentanti del ministero della Giustizia e della società fornitrice del servizio. Stiamo lavorando su soluzioni tecniche riguardo al tema della connessione di rete, dei tempi di attivazione e della gestione degli allarmi che pervengono alle Sale operative per fare in modo che le forze di polizia possano intervenire tempestivamente rispetto a ogni situazione di rischio o pericolo a beneficio delle potenziali vittime”.
Il cambiamento deve essere prima di tutto culturale – ha detto ancora Piantedosi -. Non basta inasprire le pene o ampliare i poteri delle autorità se non interveniamo alla radice del problema: la cultura del rispetto”. L’obiettivo della campagna #NessunaScusa “è proprio quello di contrastare i pregiudizi, le attenuanti e le spiegazioni infondate con le quali sovente si tenta di giustificare la violenza sulle donne: il raptus di gelosia, il presunto tradimento, il disagio vissuto verso situazioni di crisi affettive o di scelte di vita. Nessuna di queste giustificazioni può essere accettata. E’ necessario affermare sempre con chiarezza che la responsabilità della violenza ricade solo su chi la compie. Di fronte alla violenza, alle discriminazioni e agli abusi, dobbiamo essere uniti e determinati nel rifiutare ogni scusa e nel promuovere una cultura di rispetto e di parità”, ha concluso il ministro.
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