Fatica, droga e prostituzione nel buco nero di Capitanata: benvenuti a Borgo Mezzanone

Sono poco meno delle 15. Alla spicciolata arrivano dalle campagne: alcuni in auto, altri scendono al volo da furgoni bianchi che poi corrono via,

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Sono poco meno delle 15. Alla spicciolata arrivano dalle campagne: alcuni in auto, altri scendono al volo da furgoni bianchi che poi corrono via, altri ancora in bicicletta. L’ex pista di Borgo Mezzanone, un fazzoletto di terra tra i comuni di Manfredonia e Foggia, torna a popolarsi di quanti all’alba si sporcano le mani nella terra. Da quelle stesse mani passano i pomodori rosseggianti che arrivano sulle tavole di tutta la Puglia. E non solo.

Ad accoglierli c’è «Salvini», un meticcio robusto che si atteggia a fare il capetto. Lo hanno chiamato così nel Borgo dove non si perde mai la voglia di scherzare. Anche sulle proprie miserie. L’odore forte della plastica bruciata diventa sempre più forte tra le centinaia di container, di baracche in lamiera, in plastica, in legno e in muratura. Sono lì da anni. Si trasformano, crescono e si moltiplicano. Si svuotano e sovrappopolano a seconda della stagione. Alcune bruciano e quel che ne resta è ancora lì. Insieme al ricordo di chi per riscaldarsi, quando l’aria diventa tagliente, è morto bruciato vivo

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