Sono 38 i vini DOP e IGP che posizionano la Puglia al quinto posto in Italia per prodotti certificati con un valore di 631 milioni di euro pari al
Sono 38 i vini DOP e IGP che posizionano la Puglia al quinto posto in Italia per prodotti certificati con un valore di 631 milioni di euro pari al 93,1% del paniere IG del Paese, un gradimento che i consumatori confermano anche sul fronte della qualità, facendola salire al quarto posto della top ten delle regioni con i vini rosati e al quinto per i vini rossi. E’ quanto afferma Coldiretti Puglia, in occasione del confronto organizzato a Gioia del Colle, in collaborazione con il Comune e il Consorzio di Tutela Vini DOC di Gioia del Colle, a cui hanno partecipato, tra gli altri, Giovanni Mastrangelo, sindaco di Gioia del Colle, Pasquale Petrera, vicepresidente Consorzio DOP Primitivo di Gioia del Colle, Mirko Raguso, presidente Provinciale Coldiretti Bari, Felice Adinolfi dell’Università di Bologna, Riccardo Fargione, direttore del Centro Studi Divulga, Domenico Bosco, responsabile settore vino Coldiretti e Donato Pentassuglia, Assessore Agricoltura Regione Puglia.
“L’obiettivo è sensibilizzare i cittadini contro i tentativi in atto di demonizzazione di un prodotto che fa parte a pieno titolo della Dieta mediterranea – ricorda Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia – considerata un modello alimentare sano e benefico per la prevenzione di molte malattie, ma che si fonda anche sul consumo equilibrato di tutti gli alimenti a partire dal bicchiere di rosso o di bianco ai pasti i cui effetti benefici sono stati raccontati nel corso dei secoli. Se gli italiani continuano a far segnare record di longevità rispetto agli altri popoli un motivo ci sarà”.
“Il rischio paradossale di alcune politiche europee, come il tentativo di apporre sulle bottiglie delle etichette allarmistiche adottato in Irlanda, è – aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia – quello di trovare gli scaffali vino “bollato” con scritte terroristiche accanto a cibi e bevande ultraprocessate, che non hanno niente di naturale, ma che magari vantano bollini verdi e claim positivi, nonostante gli ormai sempre più evidenti e riconosciuti effetti dannosi sulla salute”.
Bene in questo scenario la riforma delle Indicazioni geografiche (IG) dopo due anni di negoziato, con un nuovo quadro giuridico che prevede una procedura semplificata per la registrazione con l’unificazione delle norme attualmente in vigore per i tre settori, alimentare, vino e alcolici. Riducendo i tempi si punta all’obiettivo di aumentare il numero di produttori del sistema Ig. E’ prevista poi una maggiore tutela delle Ig come ingrediente in un prodotto trasformato e in particolare on line. La protezione ex-officio varrà anche nei domini internet.
Viene riconosciuto il valore delle pratiche sostenibili (ambientale, economica e sociale) compreso il benessere animale. La sostenibilità diventa così un ulteriore elemento di valorizzazione delle Ig. Il provvedimento attribuisce maggiore potere ai gruppi di produttori Ig che possono anche istituire un sistema volontario finalizzato a rafforzare la posizione nella catena del valore. Introdotto l’obbligo di indicare nell’etichetta di una Dop o Igp del nome del produttore per garantire così la massima trasparenza ai consumatori.
La riforma semplifica e tutela ed è importante – conclude la Coldiretti – per lo snellimento delle procedure, i maggiori poteri ai consorzi di produttori, una tutela rafforzata, in particolare nel commercio online, e il divieto all’uso di menzioni generiche che emulano le indicazioni geografiche di altri Stati membri.
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