E’ stata un’annata record per la produzione di uva da tavola in Puglia che, al netto del calo delle quantità a causa della siccità invernale aggra
E’ stata un’annata record per la produzione di uva da tavola in Puglia che, al netto del calo delle quantità a causa della siccità invernale aggravata dalla morsa estiva, ha registrato una qualità straordinaria sia delle uve con semi che senza semi, grazie all’alta specializzazione dei produttori pugliesi, i cui sforzi sono stati premiati dai mercati nazionali ed internazionali. E’ il bilancio di Coldiretti Puglia, in occasione dell’inaugurazione della LUV, la prima rassegna dedicata alla filiera dell’uva da tavola alla Fiera del Levante di Bar
Oltre al grande peso per l’economia agricola pugliese, l’uva da tavola fa anche molto bene alla salute – dice Coldiretti Puglia – perché è uno dei frutti più sani e completi: ricca di zuccheri direttamente assimilabili, di vitamine (A, B1, B2, PP e C) e sali minerali (calcio, magnesio, sodio, potassio, ferro). Il contenuto salino e vitaminico dell’uva favorisce l’attività cardiaca e la secrezione dell’apparato digestivo, del pancreas e del fegato. Possiede proprietà disinfettanti ed antivirali, giova al sistema nervoso, è utile nei processi di demineralizzazione dell’organismo, quali gravidanza ed allattamento. Oltre ad essere consumata allo stato fresco, in cucina l’uva può essere utilizzata nella preparazione di dolci, marmellate, gelatine e sorbetti, oltre che in piatti salati, in salse, ripieni, insalate miste. L’uva fresca conferisce una nota particolare alla selvaggina e al fegato, mentre negli antipasti si associa ottimamente ai formaggi dal sapore forte.
Per quest’insieme di ragioni Coldiretti Puglia ribadisce la necessità di intensificare i controlli per verificare l’indicazione obbligatoria dell’origine del prodotto agricolo in etichetta e rilancia l’importanza deli studi condotti in campo agroalimentare che riguardano la definizione dell’impronta digitale dell’uva da tavola pugliese mediante l’analisi metabolomica per evitare che prodotto straniero possa continuare ad essere spacciato per ‘made in Puglia’. I primi risultati tangibili di tali studi consentono la discriminazione delle uve in base alle varietà, all’origine geografica e alle tecniche agronomiche impiegate per la loro produzione. Ad esempio, l’impronta digitale con la Risonanza Magnetica è un potente strumento per distinguere un prodotto biologico da uno convenzionale.
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