Nel 2023, quasi otto medici al giorno sono stati vittime di aggressioni, per un totale di 2.897 casi, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Na
Nel 2023, quasi otto medici al giorno sono stati vittime di aggressioni, per un totale di 2.897 casi, secondo i dati raccolti dall’Osservatorio Nazionale sulla Sicurezza degli Esercenti le Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie (ONSEPS) e resi noti dalla FNOMCeO (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri). Filippo Anelli, Presidente della FNOMCeO, ha presentato questi dati durante un’audizione presso la Commissione Giustizia del Senato, nell’ambito della Conversione in Legge del Decreto antiviolenza contro i professionisti sanitari.
I dati
Le cifre, per quanto impressionanti, rappresentano solo la punta di un iceberg. Il fenomeno delle aggressioni nei confronti dei medici è in crescita, con oltre 16.000 segnalazioni su tutto il territorio nazionale (esclusa la Sicilia), che hanno coinvolto circa 18.000 operatori sanitari. Un sondaggio del sindacato ANAAO-ASSOMED ha confermato che l’81% dei medici ha subito aggressioni, fisiche o verbali, con una percentuale del 23% di episodi fisici.
Anelli ha sottolineato la gravità della situazione, ricordando gli episodi di violenza che hanno tragicamente colpito alcuni medici negli ultimi anni, come Maria Monteduro e Barbara Capovani , entrambe vittime di attacchi mortali. Questi eventi hanno messo in luce un problema sistemico di sicurezza sul lavoro che non può più essere ignorato.
Cosa prevede il nuovo D.L. 137/2024
Il primo ottobre 2024 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il D.L. 137/2024, approvato dal Consiglio dei Ministri italiano per combattere la crescente violenza contro il personale sanitario e socio-sanitario. Il decreto introduce misure come l’arresto in flagranza differita, consentendo l’arresto di chi aggredisce un operatore sanitario fino a 48 ore dopo l’episodio, sulla base di prove video.Vengono inoltre previste sanzioni fino a 10.000 euro per chi commette violenza o causa danni alle strutture sanitarie.
Secondo Anelli, però, queste misure sono solo un primo passo. È necessario un approccio sistematico e multifattoriale per affrontare il problema alla radice. Questo include l’adozione di sistemi di videosorveglianza nelle strutture sanitarie, un miglioramento delle condizioni di lavoro, la riduzione dei tempi di attesa per i pazienti, e un potenziamento degli organici. Cruciale anche la formazione dei medici nella gestione dei comportamenti a rischio e l’attuazione di una vera rivoluzione culturale che restituisca dignità e rispetto alla professione.
Infine, Anelli ha lanciato un appello per la depenalizzazione dell’atto medico, al fine di sollevare i professionisti sanitari dalla responsabilità penale in caso di errore, garantendo serenità e sicurezza nello svolgimento del loro lavoro. Una questione che, secondo la FNOMCeO, rappresenta una priorità per il progresso della sanità pubblica in Italia.
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