Un lunghissimo verbale di Marco Raduano, il pericoloso latitante che riuscì a scappare dal carcere di Badu e Carrus venendo acciuffato in Corsica,
Un lunghissimo verbale di Marco Raduano, il pericoloso latitante che riuscì a scappare dal carcere di Badu e Carrus venendo acciuffato in Corsica, è tra gli elementi su cui si basa l’inchiesta della Dda di Bari. Il boss del clan omonimo, ora pentito, ha raccontato dello strapotere della mafia sul Gargano: che una volta riuscì a far scappare i carabinieri forestali puntando loro le armi.
L’episodio risale al 13 aprile 2017, quando il gruppo è stato controllato in una masseria di proprietà dell’affiliato Ricucci. «In quella occasione quando abbiamo visto la pattuglia dei carabinieri forestali siamo scappati. Poi quando ci siamo accorti che si trattava dei forestali, siccome avevamo lasciato auto ed armi nella masseria, siamo tornati indietro e li abbiamo minacciati con fucili e kalashnikov. Loro poi sono andati via anche perché noi, numericamente, eravamo più di loro ed eravamo armati pesantemente.
«Due dei tre militari dì pattuglia, dopo aver notato due individui che si stavano allontanando a piedi celermente verso valle, si ponevano al loro inseguimento, ritornando poi alla masseria dopo essere stati informati dal militare rimasto sul posto». «Nel mentre i militari stavano chiedendo rinforzi, venivano avvicinati da almeno 6 individui armati di fucili kalashnikov ed una mitraglietta, ed il soggetto che camminava in capo al gruppo intimava al carabiniere che stava contattando la centrale di interrompere la telefonata, costringendo, con la minaccia delle armi in pugno, i militari ad andarsene». La Procura di Foggia ha poi disposto il fermo di Ricucci, che a maggio 2017 decise di presentarsi spontaneamente dai carabinieri e venne portato nel carcere di Foggia.
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