Chiamare un uomo “pelato” è molestia sessuale: «Viola le leggi sulla parità». La sentenza dopo gli insulti a un elettricista

Dire a un uomo che è "pelato" o "calvo" è considerato una molestia sessuale, è quanto stabilito in una sentenza dalla High Court. Un termine che a

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Gli dici uomo pelato? È violenza sessuale | Filodiritto

Dire a un uomo che è “pelato” o “calvo” è considerato una molestia sessuale, è quanto stabilito in una sentenza dalla High Court. Un termine che apparentemente potrebbe sembrare innocuo, ma che, ha affermato la giudice, riferito a un uomo potrebbe violare le leggi sulla parità di trattamento in quanto «intrinsecamente correlato al sesso». Ma come è arrivato il caso di fronte all’Alta Corte? Quale correlazione è stata riscontrata tra la problematica e la sfera sessuale?

La causa

Una lunga causa intrapresa da un elettricista in Inghilterra . L’uomo ha affermato di aver subito una molestia sessuale durante lo svolgimento delle sue mansioni presso la compagnia in cui lavorava. L’evento risale al 2019, quando il dipendente ha dichiarato di essere stato vittima di discriminazioni da parte del suo supervisore “pelato del c***o”, l’insulto ricevuto durante una discussione in fabbrica. Poi nel 2021 l’uomo è stato licenziato, e ha deciso di portare la compagnia di fronte al tribunale d’appello del lavoro

Nel febbraio 2022 è arrivata la pronuncia del tribunale a suo favore, nonostante l’immediato ricorso dei suoi datori di lavoro contro questa decisione. L’argomentazione presentata della compagnia manifatturiera? «Sia ​​gli uomini sia le donne possono essere calvi (per scelta o per malattia), perciò l’uso del termine in relazione a un uomo non può violare le leggi sulla parità».

Nonostante le argomentazioni, nel 2023 il tribunale ha respinto il ricorso della compagnia.

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