In Italia, nel 2023, sono stati spesi 150 miliardi per il gioco d’azzardo, fisico e online, la stessa cifra spesa per il cibo. Un dato choc. Ma c’
In Italia, nel 2023, sono stati spesi 150 miliardi per il gioco d’azzardo, fisico e online, la stessa cifra spesa per il cibo. Un dato choc. Ma c’è di più: il 42% dei giovani tra i 14 e i 19 anni ha giocato d’azzardo almeno una volta, benché sia vietato ai minorenni. E il passo per cadere nella trappola della ludopatia è molto breve. Sale in numero delle persone prese in cura dai Serd, i Servizi sanitari per le dipendenze, ma arrivare a chiedere aiuto è già un traguardo, perché molti non si rendono conto o negano di essere vittima del gioco compulsivo.
Cambiano le abitudini: si gioca sempre più online, da cellulare e computer. Lo dicono i dati del rapporto di Cgil e Federconsumatori diffuso nei giorni scorsi: in Puglia, nel 2023, la raccolta media pro capite dell’azzardo da remoto ha sfiorato i 2.500 euro. Tra gli ambiti di criticità, maglia nera a Taranto con Martina Franca (quasi 6.500 euro spesi a testa per il gioco online nel 2023), a Foggia con San Severo e a Lecce con Squinzano e Cavallino (poco meno di 5mila euro spesi pro capite). Sempre in provincia di Lecce, a Nardò sono stati spesi 4.087 euro a testa. E 3.975 a Pulsano, nel tarantino. Numeri davvero spaventosi.
Ma l’allarme riguarda tutta la regione, se si considera che in media ogni pugliese scommette più di 200 euro al mese. E il dramma è che la cifra giocata è inversamente proporzionale al reddito, cioè le persone più povere giocano di più, inseguendo il miraggio di una vincita che, come una bacchetta magica, risolva tutti i problemi economici e consenta di vivere nell’agio. Lo stesso vale per le regioni: il gioco dilaga soprattutto in Puglia, Calabria, Basilicata, Campania e Sicilia, dove si scommette tre volte di più che nel ricco Veneto.
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