LA CICLOVIA ADRIATICA BYPASSA L’INTERO GARGANO “COSÌ È UN’OPERA INUTILE, UN’OCCASIONE PERSA”

Netta contrarietà dei naturalisti Rizzi, Marrese e del consigliere delegato De Luca rispetto al nuovo e definitivo tracciato. “Dovrebbe valorizzar

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Netta contrarietà dei naturalisti Rizzi, Marrese e del consigliere delegato De Luca rispetto al nuovo e definitivo tracciato. “Dovrebbe valorizzare territorio e turismo”.

C’erano grandi attese rispetto alla realizza­zione della Ciclovia Adriatica, una delle ope­re più rilevanti tra quelle che la Provincia di Foggia ha visto finanziare coi fondi del PNRR per ben 22.455.196 euro.

Un progetto mastodontico, che coinvolge nella propria interezza le regioni Veneto, Emilia-Roma­gna, Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, per realiz­zare un itinerario che parte da Chioggia, in provin­cia di Venezia, fino ad arrivare al Salento, nel Tacco d’Italia.

Il tratto in Capitanata era previsto per ben 352 km da Chieuti-Lesina fino a Margherita dì Savoia.

La super gara con l’appalto integrato progettazio­ne-lavori fu vinta a dicembre 2023 dall’associazione temporanea di imprese formata dalla lucerina Cobit srl di Fernando Pinta e dal consorzio Coim scarl di Pesaro, per 11.659.726,66 euro, IVA esclusa.

Ma il progetto definitivo presenta un tracciato che esclude completamente l’Intero Gargano, ovvero le zone costiere che sono già oggi meta di ciclotu­risti di ogni provenienza.

E’ netta la contrarietà espressa dal naturalista fog­giano Vincenzo Rizzi, referente dei CSN onlus (Centro studi naturalistici) e gestore dell’Oasi La­guna del Re situata lungo la Riviera sud di Manfredonia. “Non solo l’intera Riviera sud ma tutta la co­sta garganica, da nord dopo Lesina fino a Manfre­donia viene bypassata”, afferma Rizzi. “Significa che, ad esempio, la Ciclovia passerà alle spalle dell’Oasi Lago Salso, in zone degradate in cui non c’è niente, anziché attraversare le aree costiere che già sono frequentate da molti cicloturisti, italiani ma soprattutto stranieri, che spesso rischiano a livello di sicurezza. Bisognerebbe inter­venire in quella direzione. Il nuovo tracciato taglia lungo il Tavoliere, nell’entroterra, passando per una parte meno attrattiva del nostro territorio pro­vinciale. Il risultato è che questa opera non viene pensata per quello che dovrebbe essere, ovvero un potenziale volano di sviluppo e turismo. Questo è assurdo”, stigmatizza Rizzi.

“Credo che l’esclusione di fatto dell’intero Gargano possa esser messo in relazione col sogno di molti amministratori locali di veder completata la super­strada, la SSV Gargano. Quanto a Manfredonia, il neo sindaco Domenico la Marca dovrebbe inca­volarsi parecchio…Il danno è rilevante perché il Golfo è tagliato completamente fuori”.

Dello stesso avviso è il naturalista Maurizio Mar­rese, presidente del WWF Foggia.

“L’idea che mi sono fatto”, dice Marrese – è che, come spesso accade in questa provincia, i progetti vengono realizzati più in funzione del finan­ziamento che per la vera finalità e funzione che le infrastrutture devono avere. Sembra che la Ciclovia venga fatta, sulla carta, senza cercarne la reale uti­lità, necessaria al fine di valorizzare il territorio e fa­vorire il turismo. Vengono saltati il Gargano, Man­fredonia con le zone umide della Riviera sud, pas­sando lungo la strada Pedegarganica. Questo fatto dà proprio l’impressione che manchi una visione, un’idea legata alle finalità della Ciclovia. Il tracciato è una passeggiata lungo il Tavoliere, dimenticando molti punti attrattivi, come l’abbazia di San Leonar­do a Siponto, l’Oasi Lago Salso, l’Oasi Laguna del Re”, continua Marrese.

“Sono dunque molto critico al riguardo e ritengo si tratti dell’ennesima occasione persa per la Capita­nata. Mancano visioni e competenze. Come WWF ci siamo confrontati con altre associazioni, come FIAB e Legambiente, rispetto a possibili soluzioni alternative, per consigliare un tracciato migliore. Tutte le proposte che abbiamo avanzato non sono state considerate. Sembra che questo progetto sia stato redatto solo per non perdere i fondi, dimenti­cando a cosa la Ciclovia dovrebbe servire. Le ciclovie dovrebbero rappresentare un’alternativa nella mobilità, vere vie di comunicazione”, conclude il presidente del WWF Foggia.

“Ho seguito la vicenda e nei giorni scorsi sono an­dato in Provincia a chiedere lumi”, spiega il professor Alfredo De Luca (Europa Verde), consigliere delegato dei Comune di Manfredonia nel settore ambientale.

“Come Europa Verde di Capitanata avevamo chie­sto che si passasse per la Costa Garganica ma secondo i tecnici c’erano troppe difficoltà tecniche da superare, dovendo realizzare in pratica una nuova strada in adiacenza a quelle esistenti l’impatto am­bientale sarebbe stato troppo elevato. Invece per Manfredonia la situazione è assurda. Durante il commissariamento del Comune è stata fatta una proposta di passare all’interno e non sulla litoranea. Poi come Europa Verde di Manfredonia abbiamo sottolineato la necessità di avvicinarsi alla città e di passare lungo la litoranea. Avevano accolto la no­stra proposta e previsto di passare sulla strada pro­vinciale 60 e 59 e poi sulla litoranea. Ma in sede di conferenza di servizi la LIPU e soprattutto il Parco nazionale del Gargano hanno dato parere negati­vo: una assurdità visto che il tracciato sarebbe pas­sato tra la ferrovia e la strada”, conclude il consiglie­re delegato De Luca.

“Infine c’è il problema dei ponte sul fiume Candelaro e degli accessi ai lidi, che secondo me potevano es­sere superati tecnicamente, ma quando hanno ri­cevuto il parere negativo si sono lavati le mani sca­ricando la questione”.

l’attacco

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