Ferrovia.Grande risorsa da Rivalutare

’ IL TRENO della tratta Manfredonia-Foggia, come le foglie in autunno quando avviene la abscissione dal tronco materno che smette

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IL TRENO della tratta Manfredonia-Foggia, come le foglie in autunno quando avviene la abscissione dal tronco materno che smette di nutrire le foglie per risparmiare energia. Così Trenitalia del Gruppo ferrovie dello Stato, a settembre recide, sopprime, il collegamento ferroviario tra il Capoluogo e Manfredonia, tra l’entroterra di Capitanata e il mare. Un cordone ombelicale naturale attivato solo per un paio di mesi estivi per fare da supporto ai bagnanti che dall’entroterra si riversano sulle spiagge sipontine. Che è cosa buona e giusta, ma non certo esaustiva della funzione di una infrastruttura di base inaugurata nel luglio 1885, come diramazione della linea Adriatica in modo da unire l’entroterra pugliese all’Adriatico e favorire lo scambio di merci con il porto di Manfredonia. Ruolo che ha svolto efficacemente nel tempo contribuendo alla crescita del territorio.
RUOLO e funzione che vanno aggiornati per rispondere alle esigenze delle mutate situazioni sorte sul territorio. La presenza dei binari ferroviari che corrono fino a Manfredonia “campagna” (il tratto che arrivava sino a Piazza Marconi è stato già eliminato da anni) è diventato uno ostacolo all’assetto urbanistico della parte della città che fa da cuscinetto tra la fascia urbana che si estende dalla stazione ferroviaria a Siponto, e il litorale sipontino: una “barriera” ormai fortemente anacronistica che crea forti disagi all’uso di quel popoloso sobborgo nevralgico della città. Una sistemazione urbanistica non più procrastinabile per la quale ci sono proposte di progetti molto interessanti che coinvolgono il Parco archeologico di Siponto, una risorsa dalle forti potenzialità turistiche-economiche. Poi c’è la situazione del tutto enigmatica della più che stazione, fermata, della Manfredonia ovest più nota come “stazione fantasma”.
L’ESIGENZA è pertanto quella di realizzare gli opportuni interventi che contemperino le diverse esigenze ugualmente fondamentali per lo sviluppo del territorio e mettere ordine. L’autore del piano regolatore della città dava alla stazione ferroviaria una collocazione ben precisa decentrata ma al tempo stesso praticabile.
LA TRATTA Foggia-Manfredonia ha peraltro già una diramazione (stazione Frattarolo) più a monte che raggiunge l’area industriale di Macchia e il porto industriale. Una arteria da tenere presente nel contesto della valorizzazione del porto industriale sul quale lo Stato ha investito 121milioni di euro per riattivarlo (i lavori sono in corso) e renderlo strategico nella captazione dei traffici marittimi da e per l’Europa. Una testa di ponte a vantaggio anche delle attività a terra per le quali sarebbe ora, le circostanze positive ci sono, che si pensasse seriamente e concretamente. Una sana dimostrazione è la vetreria condotta proficuamente da una società turca, tra le poche attività produttive superstiti dell’esercito di aziende del contratto d’area distribuite su ben due aree industriali attrezzate ma sostanzialmente abbandonate.
MA NON SOLO ferrovia commerciale, ma anche come strumento efficace per la sostenibilità ambientale. Un aspetto niente affatto trascurabile per la difesa della salute pubblica e dell’ambiente. A porre il problema “Italia Nostra”, tra le più antiche associazioni ambientaliste italiane, e l’associazione culturale e politica sipontina “Manfredonia Nuova”. Le referenti Gioia Sforza e Iolanda D’Errico, denunciano «la situazione del traffico urbano non più sostenibile per i cittadini: oltre ai veicoli privati transitano giornalmente oltre 60 bus di linea provinciali, regionali e nazionali, cui si aggiungono mezzi pesanti per il trasporto merci, con un inquinamento ambientale, acustico e olfattivo che rende la vita invivibile».
Michele Apollonio

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