«Una truffa. Abbiamo pagato tra i 2200 e i 2700 euro per un corso che non c'è. Come riferimento ci sono dei tutor che praticamente si nascondono
«Una truffa. Abbiamo pagato tra i 2200 e i 2700 euro per un corso che non c’è. Come riferimento ci sono dei tutor che praticamente si nascondono e non sanno dare risposte». Esperienza da dimenticare ieri per un gruppo di oltre 200 giovani laureati che si sono trovati a Bari all’istituto Di Cagno Abbrescia (che ha solo fornito i locali, ma non c’entra nulla con l’organizzazione) per seguire la lezione di un corso abilitante all’insegnamento. Un corso organizzato da una università telematica, con lezioni che ieri dovevano iniziare alle 14 e finire alle 18: alle 16.30 gli studenti erano ancora in balia di se stessi, senza docenti o indicazioni certe.
«C’è praticamente un solo bagno e siamo in tantissimi, abbiamo dovuto alzare la voce ed è arrivato un bagno chimico – spiegano alcuni presenti -, una vera indecenza. C’è chi è arrivato da Torino, chi dalla Sicilia, chi si è svegliato stamattina all’alba ed è arrivato da Pescara e stasera dovrà rientrare a casa»
I ragazzi dentro una grande aula ad aspettare, alcuni genitori (molti fuorisede sono venuti in auto accompagnati) fuori, gli animi si sono accesi per quello che da subito più che un disservizio è apparsa una vera truffa.
«Provate a calcolare quanto hanno intascato gli organizzatori di questa università telematica – dice un papà -. Solo qui in presenza saranno più di 200 iscritti, a circa 2500 euro chieste a testa, stiamo parlando di mezzo milione di euro, per non avere nulla».
«Questo corso dovrebbe terminare a fine novembre, se questo è l’inizio non vogliamo immaginare cosa succederà più in là. Una vera indecenza. Abbiamo chiamato anche il 112, ma ancora non si è visto nessuno. Dei docenti previsti solo uno»
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