viaggiare un'esigenza per molti, un hobby per tanti. Ma qual è l'identikit del viaggiatore di oggi? Colti, benestanti, provenienti in gran parte da
Il viaggiatore moderno non ha confini geografici: «È più interessato a “fare” che a “vedere”, meno propenso a scorrere rapidamente le attrazioni principali, più desideroso di rallentare e assaporare la vita locale», spiega D’Acunto.
Le esigenze del turista 2.0
Questo pubblico non si limita a esplorare le città d’arte: sulle colline di Palermo, ad esempio, un’azienda agricola sta preparando un’esperienza legata alla vita del pastore, dove i visitatori imparano a guidare un gregge, si cimentano nella produzione del formaggio locale e scoprono l’uso degli strumenti tradizionali. «Non si trasmette solo un sapere pratico – sottolinea D’Acunto – ma anche un sentire comune: chi sceglie questo tipo di esperienza desidera immergersi nei valori e nella vita di una comunità».
Il turismo esperienziale
Il turismo esperienziale rappresenta una frontiera promettente, genera un fatturato di quasi 20 miliardi di euro con una crescita prevista del dieci per cento nei prossimi anni.
La sfida è renderlo sempre più accessibile: «L’obiettivo – afferma D’Acunto – è creare esperienze modulabili, adatte a diverse fasce di reddito e capacità economiche».
Il potere dei like
In un’epoca di OVERTOURISM dove un like sui social può determinare la meta di un viaggio, D’Acunto non ha dubbi: «È necessario investire nella professionalizzazione del settore, che non è un semplice tour enogastronomico, ma l’opportunità di vivere un brano autentico della vita di una comunità».
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