Settembre è iniziato nel segno delle speculazioni e del ribasso iniquo dei prezzi accordati dalla parte industriale ai produttori di uva da vino e
Settembre è iniziato nel segno delle speculazioni e del ribasso iniquo dei prezzi accordati dalla parte industriale ai produttori di uva da vino e di pomodoro. A denunciarlo, attraverso una prima analisi dell’andamento delle rispettive campagne, è CIA Agricoltori Italiani di Capitanata.
Tutto questo accade proprio quando l’iter di approvazione della “Dop Pomodoro di Puglia”, che certifica sforzi e investimenti per elevare ulteriormente una produzione già di altissima qualità riconoscendo ad essa il giusto valore, è ormai alle battute finali.
“Anche in questo caso”, aggiunge Nicola Cantatore, direttore provinciale di CIA Capitanata, “si va a penalizzare un settore che, nonostante i mille problemi affrontati, continua a esprimere una qualità produttiva altissima, a fronte di una decisa contrazione della quantità causata dagli effetti di lungo corso della peronospora e della siccità”.
“Settembre non poteva iniziare in modo peggiore”, dichiara Gennaro Sicolo, presidente regionale dell’organizzazione e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani. “In questo modo, si dà un segnale negativo a tutto il comparto in un momento decisivo, che dovrebbe segnare una ripresa e invece è caratterizzato da speculazioni pesanti, inique e ingiustificate. La prima e più importante questione da cui passa il futuro dell’agricoltura continua a essere quella della redditività e della distribuzione equilibrata della catena del valore lungo la filiera. Il rischio imprenditoriale nel sostenere costi e investimenti è aumentato a dismisura, negli ultimi anni, non solo a causa di siccità, calamità di ogni genere e fitopatologie, ma anche per l’estrema incertezza sul ‘quantum’ viene riconosciuto agli agricoltori a fronte di produzioni di eccellente qualità. È su questo che istituzioni regionali, governo nazionale e Unione Europea devono lavorare con concretezza e determinazione per non mortificare i sacrifici sostenuti dagli agricoltori, altrimenti ci troveremo di fronte a un autunno molto ‘caldo’ non solo dal punto di vista climatico”.
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