Energas le associazioni: “La città di Manfredonia non può arrendersi perché si tratta di difendere il diritto a vivere senza la persistente minaccia di un’attività ad alto rischio di incidente rilevante”

“Siamo giunti alla definizione della questione Energas. Dopo l’ultimo pronunciamento del Consiglio di Stato sulla vertenza Energas, che ha riporta

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Siamo giunti alla definizione della questione Energas. Dopo l’ultimo pronunciamento del Consiglio di Stato sulla vertenza Energas, che ha riportato quanto sancito nelle precedenti sentenze, la vicenda ora passa al Presidente del Consiglio dei Ministri. La città di Manfredonia non può arrendersi perché si tratta di difendere il diritto a vivere senza la persistente minaccia di un’attività ad alto rischio di incidente rilevante (mega deposito di 60.000 mc. di gpl a circa 2 km dall’abitato)”. Lo scrive Matteo Starace, presidente del Caons, Comitato Associazioni Operanti nel Sociale

“La città – prosegue – ha espresso la sua volontà con un referendum che con più del 96% ha detto NO all’Energas. Al Governo attuale, proteso per l’autonomia differenziata delle Regioni, poniamo una domanda: si vuole veramente riconoscere questo diritto a tutte le comunità che lo richiedono? Il ‘principio’ di autodeterminazione dei popoli è sancito dagli articoli 1, par. 2, 55 e 76 della Carta delle Nazioni Unite. Questo principio è divenuto ‘diritto umano, formalmente riconosciuto a tutti i popoli in virtù dell’identico articolo 1 dei due Patti internazionali sui diritti umani del 1966’. Per cui, in virtù di tale principio, anche i cittadini di Manfredonia, con i risultati del referendum, chiedono che venga rispettato quanto sancito dalla volontà popolare. Ci auguriamo che il Consiglio dei Ministri decida tenendo in considerazione la volontà inappellabile dei cittadini che hanno detto categoricamente NO ad un impianto ormai anacronistico, estremamente pericoloso per il territorio e la sicurezza nazionale, dannoso per le attività produttive e disincentivante per altre iniziative industriali compatibili con la vocazione del territorio. 
A quanto pare, fino ad oggi, si ignora un dettame di legge e si continua a perseverare con progetti che cozzano contro gli interessi della comunità.
Cittadini di Manfredonia, tutti uniti, chiediamo con determinazione il rigetto della istallazione del mega deposito di stoccaggio di GPL. Ci chiediamo: perché un deposito di Gpl? A chi serve?

Pensiamo di aver individuato la risposta: il piano regolatore del Porto di Napoli (revisione giugno 2012) prevede che l’Energas deve delocalizzare le sue strutture per bonificare le zone portuali e in particolare ‘La Darsena Petroli’. 

La multinazionale Energas/Q8 ci mette tanta grinta e soldi pur di riuscire a realizzare lo stoccaggio di GPL a S. Spiriticchio nel Comune di Manfredonia e quale occasione migliore per pensare alla costruzione di un nuovo deposito 10 volte più grande di quello di Napoli?

Vanno fatte delle riflessioni sul perché si è puntato sul territorio di Manfredonia:

  • forse perché nessuno è disponibile ad accogliere una tale mostruosità?
  • forse perché hanno trovato dei collaborazionisti che, pur di guadagnare qualche euro o avere un incarico professionale o favore personale o appalto o sponsorizzazione, come sembra sia a Manfredonia, si sono messi a disposizione?
  • forse perché realizzazioni di questo tipo vanno fatte in zone di serie B, dove la salute, la sicurezza della popolazione, la cultura, la protezione della natura e la difesa dell’ambiente non sono considerate delle cose importanti?
  • E, la nostra, dobbiamo ricordarcelo, è considerata una “Terra Maledetta”.
  • Mentre per la darsena petroli e deposito costiero di GPL, nell’area orientale di Napoli, è richiesta una delocalizzazione per ragioni di sicurezza e riqualificazione dell’area portuale, nel territorio di Manfredonia tutto è consentito, tutto è possibile.

Cittadini di Manfredonia, ricordiamoci che la Regione Puglia e il Comune di Manfredonia, con il suo Referendum, hanno espresso la volontà di difendere la nostra città. Ora siamo chiamati ancora una volta a mobilitarci per confermare la nostra volontà di vivere in un ambiente sicuro, con un futuro privo di pericoli e senza impoverimento economico, di lavoro, culturale, archeologico, di sicurezza e di disfacimento ambientale. Pertanto giunga chiara ed inequivocabile la nostra determinazione per il rigetto del progetto dell’Energas”.

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