Migliaia di persone colpite da sintomi influenzali - febbre, tosse e raffreddore - continuano a rivolgersi ai medici di base (ai pediatri per i ba
Migliaia di persone colpite da sintomi influenzali – febbre, tosse e raffreddore – continuano a rivolgersi ai medici di base (ai pediatri per i bambini) e a recarsi nei pronto soccorso e in farmacia.
In parecchi – dopo essersi sottoposti ai test – hanno riscontrato di avere il Covid-19, il virus che rispetto ai dati dell’ultimo monitoraggio settimanale pubblicato dal Ministero della Salute pubblica, colloca la Puglia tra le regioni più colpite dopo la Campania, la Lombardia e il Lazio.Infatti, dall’8 al 14 agosto sono stati accertati 1785 casi, qualcosa in meno rispetto alla settimana precedente (1.821), ma con una incidenza maggiore nel rapporto test-positivi. Su 6.666 tamponi eseguiti nella seconda settimana del mese, è risultato positivo il 26,8% a fronte del 25,7% della precedente.
Sono sei le persone decedute per le complicanze dell’infezione. Nell’ultima settimana di luglio l’incidenza era stata del 22,3% e i decessi cinque.
Il flusso più imponente dei pazienti colpiti dal virus è cominciato dopo la metà di luglio, con oltre 1100 casi registrati nella settimana 18-24 dello stesso mese. Basti pensare, ad esempio, alle immagini del pomeriggio di lunedì scorso (ndr 12 agosto), delle ambulanze in fila davanti al pronto soccorso dell’ospedale Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo, letteralmente preso d’assalto.
l’infettivologo Sergio Lo Caputo, contattato sull’argomento, evidenzia come la ripresa dei casi cominciata a luglio, sia il frutto dei contatti di persone arrivate da località diverse: “Una ripresa che vedremo sistematicamente con la stagione invernale e durante il periodo natalizio. Avremo questo andamento della patologia con dei picchi”.
Al Policlinico Riuniti di Foggia, a fronte di una riduzione dei posti letto al 60% per via della carenza del reparto infermieristico, gli accessi giornalieri per Covid o che stazionano in Pronto Soccorso, dai 7 ai 10 giornalieri perlopiù anziani, sta impegnando oltre misura il personale in servizio: “L’andamento del Covid-19 va esaminato con maggiore attenzione nel periodo influenzale, perchè l’associazione delle due patologie, può creare dei problemi da un punto di vista assistenziale, oltre al numero dei decessi”.
Secondo il prof. Lo Caputo, quantomeno l’igiene della mani dovrebbe essere una pratica da non abbandonare: “L’altro problema è che molta gente continua ad andare in giro nonostante la positività. Da qui i tanti casi. Ad eccezione delle polmoniti riscontrate nei pazienti più fragili, si tratta di sintomi risolvibili dopo tre o quattro giorni”.
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