Sarà il primo «no water day». Ferragosto 2024: un giorno sinistro per gli agricoltori italiani. L’Anbi, l’associazione dei consorzi di bacino, nel
Sarà il primo «no water day». Ferragosto 2024: un giorno sinistro per gli agricoltori italiani. L’Anbi, l’associazione dei consorzi di bacino, nel suo bollettino settimanale sulle risorse idriche in Italia lo scrive a chiare lettere: «Guardando le previsioni meteo, è ormai assodato che, per ampi territori, il Ferragosto 2024 sarà il primo No Water Day vale a dire il primo giorno senza acqua per l’agricoltura».
«Il Centro-Sud continua a soffrire per una siccità ormai consolidata – scrive l’Anbi -, mentre la calura agostana, unitamente ai numerosi eventi meteorologici estremi, sta mettendo a dura prova l’economia agricola delle regioni alpine».
Secondo le stime Anbi, in Basilicata, il trend dei rilasci dagli invasi si mantiene nell’ordine di 2 milioni di metri cubi al giorno. Nel Tavoliere delle Puglie le cui riserve idriche sono ormai destinate solo al potabile: restano 66,67 milioni di metri cubi, cioè solo il 30% di quanto invasato l’anno scorso.
La situazione è lampante in Capitanata. «Dal 13 agosto, la diga di Occhito non avrà più la quantità d’acqua necessaria per soddisfare anche le esigenze irrigue della provincia di Foggia, oltre a quelle prioritarie dell’uso potabile per la popolazione che, con le risorse attuali, resta assicurata almeno per i prossimi 9 mesi. Ogni giorno, infatti, in assenza di piogge, la disponibilità dell’invaso posto al confine col Molise si riduce in media di circa 1.700.000 metri cubi d’acqua. Quando la disponibilità totale arriverà a 45milioni di metri cubi, lo stop all’uso irriguo sarà inevitabile». È quanto emerso durante l’incontro tenutosi al Comune di Foggia tra la sindaca Maria Aida Episcopo, l’assessore Lorenzo Frattarolo, i rappresentanti provinciali delle organizzazioni agricole e la dirigenza del Consorzio di Bonifica della Capitanata. Della riunione, convocata per discutere dell’emergenza idrica vissuta dalla città capoluogo e da tutta la Daunia, riferisce in una nota la Cia Agricoltori italiani che era presente con il presidente provinciale Angelo Miano.
«La siccità e l’inadeguatezza delle infrastrutture idrico-irrigue del territorio contribuiranno in modo determinante a ridurre del 40% i raccolti di pomodoro, con un danno enorme per gli agricoltori. La produzione di cereali è già crollata, ma le perdite sono e saranno pesanti nei prossimi mesi anche per i settori olivicolo, ortofrutticolo e zootecnico», afferma Miano. «Per CIA Agricoltori di Capitanata, è necessario lavorare immediatamente all’implementazione di tre grandi opere: la prima è rappresentata dalla costruzione di una condotta di soli 10 chilometri per far arrivare, fino al ripartitore di Finocchito, una parte dei 200 milioni di metri cubi d’acqua che – annualmente – confluiscono a mare dalla diga del Liscione, in Molise. «Si tratta di un’opera che potrebbe essere realizzata in tempi relativamente brevi», aggiunge Miano. «Per realizzarla, occorre un accordo di programma tra la Regione Puglia e la Regione Molise». La seconda grande opera essenziale è la realizzazione ex novo della diga di Palazzo d’Ascoli, un nuovo invaso che recupererebbe circa 72 milioni di metri cubi d’acqua. Il Governo ha stanziato 8 milioni di euro per il progetto. La terza grande opera di cui si parla da più di 20 anni è la realizzazione della diga di Piano dei Limiti, un invaso che sarebbe posto a valle della diga di Occhito così da recuperare almeno 42 milioni di metri cubi d’acqua. Quest’ultima è l’opera che necessita dell’investimento più ingente, costerebbe circa 400 milioni, ed è già pronto da anni il relativo progetto esecutivo.
Intanto il deputato di Avs Angelo Bonelli chiede la dichiarazione dello stato di calamità. «I dati dell’Istituto Copernicus sul clima sono inequivocabili: la temperatura media globale negli ultimi 12 mesi è la più alta mai registrata, la Terra ha appena sperimentato i suoi due giorni più bollenti (il 23 e il 24 luglio) ed è sempre più probabile che il 2024 sarà l’anno più caldo della storia. Di fronte all’evidenza scientifica e alla crisi climatica che sta causando danni drammatici nel nostro Paese – dice Bonelli – ribadiamo per l’ennesima volta che il consiglio dei ministri deve urgentemente dichiarare lo stato di crisi climatica per affrontare adeguatamente questa crisi senza precedenti e metta in atto le politiche necessarie, a partire da quelle energetiche».
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