Coldiretti, in Puglia bruciati 2.200 ettari di terreno

Nei primi sette mesi dell’anno in Puglia sono andati in fumo più di 2.200 ettari di terreno (il 10% del totale) per colpa dei roghi. Peggio del Ta

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Nei primi sette mesi dell’anno in Puglia sono andati in fumo più di 2.200 ettari di terreno (il 10% del totale) per colpa dei roghi. Peggio del Tacco d’Italia solo la Sicilia e Calabria, dove le fiamme hanno rispettivamente danneggiato il 45 e il 20 per cento del territorio. È quanto emerge da una indagine condotta da Coldiretti Puglia su dati Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.

Dallo studio emerge anche che ogni singolo incendio pesa sulle tasche dei cittadini più di 10mila euro per ettaro bruciato e che nel «60 per cento dei casi, le fiamme hanno una origine volontaria», precisa l’associazione agricola evidenziando che nelle aree danneggiate dai roghi «è impossibile non solo una qualsiasi attività di impresa ma anche il turismo ne risente». Da qui i consigli di Coldiretti che suggerisce di «evitare di accendere fuochi nei boschi, o nelle aree coltivate. Lì dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via, che il fuoco sia spento e che le braci siano completamente fredde».

Nelle campagne è bene «non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile e verificare che la marmitta dell’auto quando si è raggiunta l’area di sosta, non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi», conclude Coldiretti.

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