Le stime di Assohotel sulle prenotazioni. Presenti meno italiani, città d’arte piene di stranieri. Meno turisti italiani, sopratutto nel segme
Le stime di Assohotel sulle prenotazioni. Presenti meno italiani, città d’arte piene di stranieri.
Meno turisti italiani, sopratutto nel segmento mare, ma più viaggiatori esteri. Con una particolarità: il saldo è negativo del 10-20% con picchi in Salente. L’analisi condotta fra le strutture associate arriva da Assoturismo-Assohotel (Confesercenti) che in Puglia è guidata da Giancarlo De Venuto: «C’è preoccupazione per un mercato che è altalenante – afferma De Venuto – e che vede il settore balneare abbastanza in difficoltà. In questo momento sono a marina di Pescoluse, le Maldive del Salento, e gli operatori lamentano posti vuoti nei lidi e case sfitte nel- l’extralberghiero. È una tendenza che colpisce tutta l’Italia, ma in provincia di Lecce è particolarmente avvertita».
In verità, il fenomeno del calo degli italiani in estate è in atto già da due stagioni dopo l’«affollamento» dovuto alla crisi pandemica. Lo scorso anno finirono nel mirino le strutture da tre stelle in giù (dai villaggi ai residence passando per gli alberghi). Si tratta di una tendenza che andrebbe governata e che si muove in direzione contraria alle performance degli stranieri e delle città d’arte. «Riscontriamo la diminuzione di arrivi e permanenze – prosegue De Venuto – in particolare quando si parla di spiagge e ombrelloni. Basti considerare ciò che succede a Gallipoli e le polemiche che sono divampate. Poi, un altro indicatore per pesare il fenomeno è la difficoltà che emerge dalla ristorazione: tradizionalmente i turisti italiani frequentano maggiormente i ristoranti.
Anche qui sono evidenti difficoltà. Diverso è il caso delle città d’arte. A Lecce la presenza di viaggiatori esteri è rilevante ed è partita già dal mese di maggio e il bilancio dei primi sei mesi del 2024 è ampiamente incoraggiante».
Lo è sicuramente per le strutture alberghiere (da 4 stelle in su), mentre i B&B fanno segnare un rallentamento. «Purtroppo non siamo soddisfatti di questo 2024 – commenta Raffaele Bitetti, presidente dell’associazione extralberghiera di Lecce e Salento – perché c’è un
calo oltre la media. Speravamo in un luglio-agosto di recupero, ma non è così. Parliamo di un taglio del 30-35% per cento».
C’è invece chi sposta l’attenzione sulla gestione delle politiche turistiche che sosterrebbero una Puglia divisa in tre zone dove non tutti hanno le stesse opportunità. Secondo Assohotel Brindisi la tendenza sarà confermata anche nel mese di agosto, tenendo fede alle aspettative delle imprese del settore, con la domanda straniera che, in particolare, ha fatto registrare picchi altissimi di presenze.
«Non sorprende quindi che in Puglia – aggiunge Enzo Di Roma, presidente di Assohotel Confesercenti Brindisi – si viaggi a tre velocità.
Sold out nella Puglia centrale, situata strategicamente tra i due aeroporti principali, con il 100 per cento delle camere prenotate. Poi segue il Salento attestandosi al 75 percento delle prenotazioni a causa di scelte politiche non adeguate, mentre il Gargano fa registrare il 60 per cento delle camere occupate, principalmente per carenza di adeguato marketing comunicativo».
E nonostante la linfa del turismo internazionale dal presidente Assohotel di Brindisi arriva l’allarme: «Occorre porre attenzione al rallentamento della domanda interna influenzata dalla perdita di potere d’acquisto e risparmio delle famiglie. Inoltre, il cambiamento climatico pesa sui flussi turistici,in particolare nelle città d’arte che subiscono gli effetti negativi del clima torrido».
corrieremezzogiorno
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