Muore a 29 anni dopo il parto a Casa Sollievo, salvo il bambino. “Abbiamo fatto tutto il possibile”

Una giovane donna di San Nicandro Garganico è morta dopo il parto a Casa Sollievo della Sofferenza. La puerpera, di 29 anni, è giunta al Pronto so

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Casa Sollievo della Sofferenza

Una giovane donna di San Nicandro Garganico è morta dopo il parto a Casa Sollievo della Sofferenza. La puerpera, di 29 anni, è giunta al Pronto soccorso dell’ospedale di San Giovanni Rotondo il 22 giugno, alle 9, in avanzato stato di travaglio e con il nascituro in posizione podalica. Stando a quanto viene riferito dalla direzione del nosocomio, era affetta da una condizione di “grave insufficienza respiratoria”.

“È stata immediatamente presa in carico dai medici di Casa Sollievo della Sofferenza che l’hanno subito trasferita nella sala operatoria dell’Unità di Ostetricia e Ginecologia, per un parto cesareo in emergenza, condotto da un’equipe multidisciplinare. La paziente a seguito dell’intervento ha dato alla luce un bambino, il quale si trova tuttora nell’Unità di Neonatologia Terapia Intensiva Neonatale in buone condizioni di salute. La donna risultava essere affetta da importanti patologie pregresse e coesistenti, che aumentano di molto il rischio chirurgico e possono persino pregiudicare il buon esito del parto stesso”, fanno sapere dall’Irccs.Dopo il parto la paziente, “per via delle sue diverse comorbidità, ha manifestato un ulteriore peggioramento dello stato respiratorio iniziale, tramutatosi poi in un importante distress respiratorio che ha reso necessario il trasferimento in Rianimazione I”. 

“Nonostante gli intensi sforzi per mantenerla in vita – dichiarano da Casa Sollievo -, la donna è purtroppo deceduta dopo dieci giorni per una crisi respiratoria irreversibile. Alla famiglia, alla quale va il nostro più sentito cordoglio per la grave perdita, è stata offerta tutta l’assistenza possibile. L’Ospedale è stato fin da subito disponibile con i congiunti e con le autorità competenti. Al momento possiamo soltanto restare in attesa delle determinazioni che verranno intraprese – concludono -, certi e consapevoli da parte nostra di aver fatto tutto ciò che i protocolli prescrivono in casi estremamente complessi come questi”.

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