Ferie al mare, salgono ancora i prezzi +8% e calano gli italiani

Sarà anche quest’anno “un’estate al mare, stile balneare” ma con tariffe più salate (+7,9% rispetto al 2023, che già aveva segnato rincari di oltre il

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Sarà anche quest’anno “un’estate al mare, stile balneare” ma con tariffe più salate (+7,9% rispetto al 2023, che già aveva segnato rincari di oltre il 12,6%) e un calo di presenze italiane, in parte ripianato dall’incremento di stranieri.

Lo prevede l’osservatorio Panorama Turismo – Mare Italia di Jfc che l’ANSA pubblica in anteprima. Su un totale di 407 milioni di presenze nel comparto balneare (-1,1% sull’estate 2023 e -1,2% sul 2019) quelle italiane saranno 312 milioni 511mila con un calo del 4,4% e quindi una perdita di 14 milioni 511mila sul 2023. Al contempo le presenze straniere toccheranno i 94 milioni 513mila con un +11,6% (cioè 9 milioni 823mila) sul 2023.Per il secondo anno consecutivo aumenta la spesa che si deve sostenere per poter trascorrere una vacanza al mare. Rispetto all’estate 2022 si deve pagare il 20,5% in più, con indici di incremento ben superiori se si valuta il solo settore della ristorazione (+24,5%). Per quanto riguarda gli incrementi di prezzo relativi all’ospitalità, ai bar/gelaterie, al costo del viaggio, alle opportunità di svago e divertimento e ai servizi pubblici presenti nelle località balneari, nel biennio questi servizi hanno visto – tutti in maniera similare – aumenti attorno ai 20 punti percentuali. L’unico settore che ha apportato un aumento inferiore, pari al +16,6% sempre nel biennio, è stato quello dei servizi di spiaggia.

Calano le presenze italiane sui lidi italiani, ma non la voglia di sole, mare e vacanze. Ma dove andranno? “È la risposta a tale quesito quella più interessante ma non certo estremamente positiva per la nostra economia turistica – spiega Massimo Feruzzi, responsabile di Jfc e dell’osservatorio – . Infatti, dalla rilevazione a livello nazionale emerge come vi sia un incremento dei viaggi estivi degli italiani, ma anche come l’aumento dei flussi turistici si riferisca in prevalenza verso destinazioni balneari straniere, con Grecia, Spagna e Albania a farla da padrone“. Al contrario in Italia le destinazioni balneari segneranno indicatori altalenanti sia tra le località degli stessi ambiti balneari come pure tra le varie settimane, rendendo ancora più complessa l’attività degli operatori della filiera. “Con un allarme rosso – dice ancora Feruzzi – che è quello del mese di agosto, che rischia di non essere più il classico mese delle ‘vacanze degli italiani’: troppo alti i prezzi, pienone solo dal 9 al 18 agosto e soggiorni sempre più brevi in questo mese, con una durata media che si riduce di ben 2,1 notti”.

Per l’estate 2024 le previsioni indicano un fatturato – per il comparto balneare nazionale nella sua complessità – pari a 33 miliardi 191milioni di euro in sostanziale stabilità (+0,4%) rispetto alla stagione estiva 2023 e in aumento del 4,2% rispetto alla stagione estiva 2019 (quindi in epoca pre-Covid).È importante considerare – spiega Massimo Feruzzi, responsabile di Jfc e dell’Osservatorio – che tali incrementi di fatturato non sono lineari con l’aumento dei prezzi della vacanza, a significare come vi sia, da parte dei nostri connazionali e anche degli ospiti stranieri, una più forte attenzione alla spesa”. Nello specifico, per l’estate 2024 si prevede un fatturato così ripartito: quello generato dalla clientela italiana sarà di 23 miliardi 707 milioni con un decremento del 4,2% sui dati consuntivi dell’estate 2023. Il fatturato generato dalla clientela straniera sarà di 9 miliardi 484 milioni di euro, con un incremento del +14,3% sui dati consuntivi dell’estate 2023.

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