«I tatuaggi possono aumentare il rischio di avere tumori»: il nuovo studio svedese

I tatuaggi aumentano il rischio  tumori? Sembrerebbe di sì. O, almeno, c'è una stretta correlazione tra l'inchiostro e i linfomi maligni. È ciò che è

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I tatuaggi aumentano il rischio  tumori? Sembrerebbe di sì. O, almeno, c’è una stretta correlazione tra l’inchiostro e i linfomi maligni. È ciò che è emerso da uno studio svedese, i cui esperti hanno condotto una ricerca su 46 tipologie di inchiostri che vengono solitamente utilizzati dai tatuatori. Da quell’analisi è emerso che la metà conteneva livelli superiori di sostanze contaminanti che, con il passare del tempo, potrebbero causare tumori o altri problemi di salute. 

«I nostri risultati suggeriscono che l’esposizione ai tatuaggi è associata a un rischio aumentato di linfoma maligno – hanno dichiarato gli autori del test – ma servono ulteriori ricerche epidemiologiche per stabilire la causalità».

Lo studio

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Anche se a gennaio del 2022 le normative europee hanno reso più sicuri i controlli sugli inchiostri, le sostanze però sembrerebbero ancora contenere delle sostanze che sono potenzialmente cancerogene e che possono innescare delle reazioni immunitarie. Queste sono, ad esempio, l’arsenico, l’antimonio, il cobarlo, il piombo e il nichel. Per verificarne la correlazione Christel Nielsen, professoressa associata alla Divisione di medicina del lavoro e ambientale dell’università di Lund (svezia), insieme alla sua squadra ha condotto uno studio-controllo (cioè una ricerche che prende in considerazione due gruppi omogenei che si differenziano solo per la presenza o meno di un esito).

La squadra dell’esperta ha analizzato tutti i casi di linfoma maligno segnalati nel registro svede nazionale dei cancri avvenuti tra il 2007 e il 2017.Mentre i tatuaggi sono stati trovati attraverso tramite un questionario strutturato in entrambi i casi e in tre controlli casuali abbinati per età e sesso, senza linfoma, ha spiegato la rivista eClinicalMedicine (dove è stato pubblicato lo studio). Del gruppo linfomi, il 21% era tatuato. 

 

«Questo studio sottolinea l’importanza della prevenzione – ha dichiarato Christel Nielsen – ma adesso questi risultati devono essere approfonditi con altre ricerche». 

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