Si svegliano nel cuore della notte per un brutto sogno, a spaventarli però non è il solito mostro. Oggi a tgliere il sonno ai bambini, provocando loro
Si svegliano nel cuore della notte per un brutto sogno, a spaventarli però non è il solito mostro. Oggi a tgliere il sonno ai bambini, provocando loro ansia, paure e brutti sogni sono i cambiamenti climatici. A rivelarlo è il primo studio internazionale sull’ecoansia svolto su bambini in tenera età, vale a dire dai 5 agli 11 anni. Sentono parlare dei cambiamenti climatici, conoscono il tema e vogliono fare di tutto per cambiare la situazione fino a sentirsi responsabili. E per questo subiscono tutto il peso del problema.
IL PRIMO STUDIO AL MONDO SULL’ECOANSIA NEI BAMBINI
La ricerca è nata nel contesto del progetto educativo di Scuolattiva Onlus “A Scuola di Acqua” sostenuto da nove anni dal Gruppo Sanpellegrino e dedicato alla sensibilizzazione dei più giovani sui temi dell’idratazione e della sostenibilità ambientale. La ricerca condotta sotto la supervisione scientifica del Laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia, e in collaborazione con Triplepact Società Benefit, ha previsto la somministrazione di una survey realizzata con metodologia CAWI (Computer Assisted Web Interview) e ha coinvolto un campione di circa 1000 bambini tra i 5 e gli 11 anni.
“MAMMA AIUTO, HO FATTO UN BRUTTO SOGNO”
L’ecoansia nei bambini non è necessariamente correlata a esperienze realmente vissute, come ad esempio dopo aver assistito a eventi climatici estremi come alluvioni, terremoti o uragani, ma può essere anche frutto della comunicazione e informazione sui temi del climate change. Il tema stesso influenza la percezione del problema da parte dei più piccoli: conoscere le conseguenze dei cambiamenti climatici attraverso i media può influenzare la salute mentale. In che modo? Il 95% dei bambini intervistati si dichiara preoccupato per il futuro dell’ambiente e 4 su 10 riferiscono di aver fatto un brutto sogno sul cambiamento climatico o sull’ambiente in pericolo e di aver fatto fatica a dormire o mangiare a causa di questo pensiero.
L’IMPEGNO DEI PIU’ PICCOLI
Quasi 8 bambini su 10 si sentono strettamente connessi all’ambiente e il loro approccio al fenomeno non è passivo ma, al contrario, connotato da un forte spirito di protagonismo e di motivazione ad agire: il 95.6%, praticamente quasi tutti, si sente direttamente responsabile della situazione e i 97,2% pensa che il proprio contributo possa fare la differenza. I bambini, confidando nel gioco di squadra, si affidano alla responsabilità degli adulti nel 72% dei casi.
L’ECOANSIA E’ UN RISCHIO PER LA SALUTE MENTALE DEI BAMBINI
“Assistere alle conseguenze del cambiamento climatico può generare sofferenza e preoccupazioni per il futuro – ha spiegato la professoressa Serena Barello, direttrice del laboratorio di Psicologia della Salute del Dipartimento di Scienze del Sistema Nervoso e del Comportamento dell’Università di Pavia coordinatore scientifico dello studio – insieme a senso di impotenza e frustrazione per l’incapacità di arrestare questo fenomeno o di fare la differenza. Per questo diventa sempre più necessario investire su iniziative formative e di sensibilizzazione che favoriscano l’empowerment dei cittadini e, soprattutto delle nuove generazioni, in merito al valore dei comportamenti di ciascuno di noi nel contrasto agli effetti del cambiamento climatico. Ciò può proteggere le persone dall’esperienza di eco-ansia, che non è ovviamente una patologia ma rappresenta tuttavia un fattore di rischio per disturbi della salute mentale. È infatti un fattore di stress che può spingere gli individui a reagire all’ansia cambiando non solo il loro comportamento quotidiano, ma anche la loro prospettiva sul mondo e le aspettative per il futuro”.
DOCENTI SFIDUCIATI
Lo studio ha analizzato anche le emozioni degli inseganti.intervistandone 500 e il risultato ricalca specularmente i dati forniti dai ragazzi, ma con maggiore pessimismo. Solo uno su 10 crede nell’efficacia di affrontare in prima persona le sfide ambientali e solo 2 docenti su 10 si dichiarano fiduciosi nelle istituzioni. La maggioranza però crede comunque nel valore delle iniziative educative tese ad aumentare la sensibilità delle persone sul valore del proprio contributo individuale per combattere le sfide ambientali.
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