La carica dei fuorisede, 23mila votano lontano da casa

In una mano il documento d'identità, la tessera elettorale e l'attestazione di ammissione al voto (rigorosamente cartacea). Nell'altra la coper

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In una mano il documento d’identità, la tessera elettorale e l’attestazione di ammissione al voto (rigorosamente cartacea).

Italy votes in European Elections - RIPRODUZIONE RISERVATA

Nell’altra la copertina di un quaderno o una rivista per sventolarsi e allontanare il gran caldo.Pochi minuti prima dell’apertura dei seggi, a Bologna, sono già in tanti gli studenti fuorisede in attesa davanti ai cancelli del Liceo Sabin, in via Matteotti. “C’è una grande partecipazione – spiega la presidente di uno dei seggi elettorali allestito al Sabin -, vedo i ragazzi e le ragazze entusiaste di poter votare. Spero che l’affluenza sia altissima”.

E’ la novità di queste elezioni europee, visto che gli studenti fuorisede potranno votare, per la prima volta, per le liste e i candidati della propria circoscrizione territoriale di origine, senza la necessità di rientrare nel Comune di residenza. In tutta Italia sono 23mila gli studenti che hanno fatto richiesta per votare in un seggio diverso da quello di residenza: 91 i seggi speciali allestiti nei capoluoghi di regione (per gli extra circoscrizione). Bologna e Milano sono le città che ne hanno di più (8), poi Torino (7) e Roma (6). A parte qualche difficoltà, dovuta al fatto che diversi studenti degli oltre 4mila che hanno fatto richiesta di voto a Bologna non avevano stampato l’attestazione di ammissione al voto, e quindi sono dovuti correre ai ripari prendendo d’assalto tabaccherie e copisterie, a sentire i diretti interessati questo primo voto da fuori sede è “sicuramente una opportunità positiva”. “Io sono residente in Sardegna e studio a Modena, poter votare più vicino a casa senza dover affrontare un viaggio della speranza è una opportunità fantastica”, dice Fabrizio, appena uscito dal seggio 5007, quello della circoscrizione 5 (Sicilia e Sardegna).

Il futuro dei giovani, le politiche ambientali e i diritti umani sono le tematiche che più di altre hanno orientato gli studenti nella scelta del voto. Come Sofia, piemontese, che studia a Ravenna. “E’ una sperimentazione – dice – quindi si può ancora migliorare. Se si vota così per le europee perché non fare subito lo stesso anche per le regionali o comunali? Io ho dovuto fare una scelta, perché in Piemonte si vota anche per le regionali, ma per farlo dovevo tornare a casa. Votare per l’Europa in questo momento credo sia più decisivo”.

Tanti studenti, inoltre, criticano il fatto che non possono votare i lavoratori fuori sede. “Studio Scienze storiche – dice Omar – e non è giusto che magari la mia pigrizia universitaria mi favorisca. Uno studente fuori corso così è avvantaggiato rispetto a un ragazzo che lavora da 2/3 anni lontano da casa. Bisogna subito permettere anche ai lavoratori non residenti di votare”. Sulla stessa linea sono Eleonora, Sofia e Raffaele, tre coinquilini cagliaritani che studiano a Cesena. “Ha votato tutto il nostro appartamento – aggiunge Eleonora – e ora soddisfatti ce ne torniamo a casa. Potendo votare a Bologna abbiamo risparmiato ulteriormente i costi del viaggio, e questo è uno degli aspetti più positivi”. “Certo – incalza Francesco, milanese che studia Psicologia e vive anche lui a Cesena – votare online sarebbe ancora meglio, lo fanno addirittura in Estonia”.

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