Contratto statali, arriva il mini-aumento di stipendio: «+5,78% in busta paga». Smart working, premi, formazione: le novità

Il rinnovo del contratto per i 193.851 statali delle Funzioni centrali per il triennio 2022-2024 prevede un aumento a regime del 5,78% in base a u

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Aumento stipendio 2024 statali Legge di Bilancio: le novità

Il rinnovo del contratto per i 193.851 statali delle Funzioni centrali per il triennio 2022-2024 prevede un aumento a regime del 5,78% in base a un plafond di risorse di 555 milioni di euro nel 2024. Ma anche regole più stringenti per il salario accessorio, le progressioni economiche e, non ultimo, i premi. Il ritorno dello smart warking per i fragili e i genitori di minori. Sono alcune novità previste dall’atto di indirizzo, firmato il 29 maggio dal ministro per la Pa Paolo Zangrillo ed inviato all’Aran che l’Adnkronos ha potuto visionare.

Il testo del contratto statali

Il testo è molto atteso, in quanto dà il la alle trattative per il rinnovo dei contratto in scadenza (entro il 2024) dei dipendenti in forze nei ministeri, nelle agenzie fiscali, Corte dei Conti, Cnel, Avvocatura generale ed enti pubblici non economici. Ma non solo, l’atto di indirizzo per gli statali, come è consuetudine, detta le linee guida anche per gli altri comparti della pubblica amministrazione.

In particolare, per le progressioni economiche stop ad automatismi come l’anzianità di servizio, e, tra l’altro, l’esperienza professionale non potrà essere considerata come mera anzianità di servizio. Spazio anche alle competenze specifiche di ciascun dipendente: il nuovo contratto infatti dovrà garantire un’adeguata differenziazione dei punteggi attribuibili ai diversi titoli di studio e professionali.

Le progressioni economiche

Per quanto riguarda il trattamento accessorio e le progressioni economiche, si fa riferimento al «principio inderogabile» per cui l’intervento in tema di performance «è limitato alla definizione dei criteri di erogazione» da corrispondere «solo all’esito della valutazione e alla conclusione del ciclo della stessa performance», secondo quanto già definito nella Direttiva madre e dalla direttiva del ministro per la Pa Paolo Zangrillo del novembre scorso.

«Dovrà essere ribadito il principio – si legge nel testo – per cui alla differenziazione dei giudizi valutativi deve corrispondere una effettiva diversificazione degli istituti premiali». Ed inoltre, si dovrà opportunamente distinguere per gli effetti retributivi «fra performance organizzativa e performance individuale», dunque tra i premi collegati ai traguardi da raggiungere con il coinvolgimento di tutto il personale di una struttura e quelli assegnati individualmente.

 

Smart working

Capitolo lavoro agile. Il nuovo contratto ‘apre’ ad una maggiore flessibilità «per un più ampio utilizzo delle modalità di svolgimento della prestazione lavorativa sia in modalità agile che in remoto ove tali modalità siano compatibili con la natura della prestazione, attraverso il superamento del principio della prevalenza dello svolgimento della prestazione ‘in presenza’: per assicurare sostegno alla genitorialità, a favore dei lavoratori che documentino particolari esigenze di salute, anche non disciplinate da leggi speciali, che assistano i familiari ai sensi e attraverso modalità riconosciute dalla legge». Lo smart working però non potrà formare oggetto di contrattazione collettiva, restando ferma l’autonomia organizzativa della singola Amministrazione.

La formazione

Tra le altre novità, viene ribadita l’importanza della formazione del capitale umano, cui spesso fa riferimento Zangrillo, ai fini delle progressioni economiche o per ulteriori forme di premialità. Per questo motivo, in sede di contrattazione, si spiega nel testo, verrà valutata l’introduzione di un ammontare annuo minimo di ore di formazione non inferiore a 24 che dovrà essere garantito come «diritto-dovere» a ogni dipendente da parte dell’amministrazione di appartenenza e costituirà orario di lavoro.

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