Dalla respirazione alla motivazione: i consigli anti-stress per affrontare le ultime settimane di scuola

Respirare a fondo aiuta a concentrarsi, ma solo ritagliando uno spazio ai “piaceri” si può studiare con la giusta motivazione.Sono solo alcuni de

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Respirare a fondo aiuta a concentrarsi, ma solo ritagliando uno spazio ai “piaceri” si può studiare con la giusta motivazione.Sono solo alcuni dei consigli dello psicologo Francesco Boz, sui social noto come “Oltreuomo”, rivolti agli studenti delle scuole superiori per affrontare le settimane in arrivo. Si sa, per molti di loro maggio è da sempre un mese cruciale: proprio in questa finestra dovranno fare l’ultimo sforzo per alzare i voti scolastici o per recuperare insufficienze e brutti voti. Serve quindi un grande impegno: ore e ore di “studio matto e disperatissimo”, nel tentativo di mettere in salvo l’anno.

Una mission che è più facile a dirsi che a farsi, dato che la bella stagione è ormai alle porte, il caldo comincia a farsi sentire e la voglia di studiare scarseggia sempre di più. Come riuscire allora a rendere al meglio durante questo fondamentale periodo? Quali sono i trucchi da mettere in pratica per vincere l’ansia? Proprio “Oltreuomo”, sollecitato dal portale specializzato Skuola.net, li ha voluti sintetizzare. L’esperto ha infatti illustrato per filo e per segno la strategia da mettere a punto per uscire indenni dalle ultime giornate tra i banchi.

Come affrontare lo sprint finale senza paura?

Boz ci tiene a precisare che, in questo frangente, gestire le emozioni è una vera e propria impresa, ma non è impossibile: “Esiste sempre una giusta distanza per vedere le cose. Guardare la propria situazione scolastica troppo da lontano spaventa, soprattutto se le materie con brutti voti da recuperare sono più di una. Il trucco è costruire una gerarchia delle priorità. Comincia affrontando quelle materie dove sei quasi certo di riuscire a recuperare con un po’ di buona volontà e senza particolare sforzo. In questo modo sarai sicuro di migliorare la tua situazione”.

Troppo studio e poco tempo, come gestire lo stress?

Spesso il problema è dover fare molto in poco tempo. E proprio il carico di lavoro porta lo studente a dover gestire un carico supplementare di stress. Anche qui, spiega l’esperto, la strada da seguire è sempre la stessa: “Partire da quello che si può risolvere agilmente, per poi dedicarsi alle materie dove la difficoltà è media. Solo alla fine, dopo aver messo a posto le discipline che si considerano più semplici, ci si può eventualmente cimentare con il tentativo disperato di raddrizzare quella materia che proprio non va giù. Iniziare dalle sfide più abbordabili può sembrare strano, ma nei casi di emergenza è la cosa migliore da fare. Altrimenti si rischia di sprecare energie senza ottenere niente”.

Sopraffatto dalla performance? Prova a riscoprire il gusto del “piacere”

A gravare sulle spalle di studentesse e studenti è soprattutto la massiccia concentrazione di verifiche e interrogazioni nell’ultimo mese di scuola. A questo si aggiunge la costante ricerca della performance che, però, proprio per la pressione rischia di crollare. Il consiglio in questo caso è quello di riscoprire il piacere: “Troppa pressione può far perdere l’equilibrio. Anche se si tratta di un periodo intenso devi cercare di trovare dei momenti nei quali dedicarti ad attività per te piacevoli. Attenzione, però: un’attività piacevole non è qualcosa che ti spegne il cervello. È piuttosto qualcosa che lo impegna. Ma è un impegno che ti gratifica”. Va specificato che lo scrolling passivo dello smartphone non vale come attività di piacere: “Anzi, in certi casi può essere addirittura stressante. Piacevole è impegnarsi in qualcosa che amiamo. Per esempio, riuscire a suonare un brano complicato alla chitarra, fare sport con gli amici, leggere un romanzo che cattura. Attività come queste dovrebbero rimettere in equilibrio in qualsiasi periodo intenso”.

La respirazione favorisce la calma

In alternativa, esistono dei rimedi ‘naturali’ per attenuare ansia o stress. Più nel dettaglio, parliamo di vere e proprie tecniche di rilassamento che ciascuno studente può mettere in pratica: “La tecnica più veloce – sottolinea Boz – è semplice da applicare ed è il cosiddetto “respiro lento”. Inspira e trattieni il fiato contando fino a 10. Dopo lascia uscire l’aria in modo calmo e tranquillo. Poi inspira ed espira in cicli di 6 secondi. Conta fino a tre mentre inspiri e conta fino a tre mentre espiri. Dopo 10 respiri (1 minuto), trattieni di nuovo il fiato per 10 secondi. Ripeti fino a quando non ti senti più calmo”.

L’importanza di un corretto ciclo del sonno

Le preoccupazioni legate alla carriera scolastica incidono anche sul resto della vita dello studente. L’ansia, ad esempio, è nemica giurata del riposo e peggiora la qualità del sonno. Cosa fare in questi casi? “La prima cosa da fare è spostare l’attenzione dal pensiero che ci affligge alle sensazioni corporee. Concentrarsi sul percepire la consistenza delle lenzuola sul proprio corpo, ascoltare se ci sono rumori nell’ambiente. E poi cercare di respirare lentamente, ponendo il focus sulla tua pancia che sale e scende con il respiro. La cosa più importante, però, è evitare di prendere in mano lo smartphone o altri schermi perché accendono il cervello e allontanano il sonno.”

Demotivazione e perdita di stimoli, come ritrovare lo sprint?

Senza dimenticare che a peggiorare le cose può essere anche la mera stanchezza fisica. Quest’ultima, unita a un affaticamento mentale, può generare demotivazione e mancanza di stimoli. Per ritrovare il giusto sprint, lo psicologo consiglia alcuni trucchi per automotivarsi: “La demotivazione è spesso legata alla perdita di interesse. Ciò può accadere quando focalizziamo l’interesse verso altro, per esempio le vacanze. Ma possiamo perdere interesse pure quando non possiamo più fare niente di utile, abbiamo già risolto la media in tutte le materie o al contrario qualsiasi tentativo di recuperare non può più funzionare. Possiamo, infine, perdere interesse perché qualcosa di esterno alla scuola affligge il nostro umore. Una volta capito perché è successo, possiamo valutare cosa fare. Non sempre, purtroppo, si può ravvivare la motivazione. A volte possiamo solo andare avanti e cambiare argomento”.

Come evitare le incomprensioni con i docenti?

Con l’avvicinarsi degli scrutini finali la tensione “umana” tra insegnanti e studenti può crescere. Eppure gli studenti farebbero bene a farsi amico chi deve decidere del loro futuro. Naturalmente non è semplice, specie al cospetto di quegli insegnanti con cui non si va d’accordo. Ma se c’è un muro può valere la pena provare a buttarlo giù. Boz ne è convinto: “Le uniche armi a nostra disposizione – afferma – potrebbero essere la disponibilità e la buona volontà. Se un insegnante è contro di noi possiamo provare a dimostrare che ci stiamo impegnando per fargli cambiare idea studiando e offrendoci volontari nella sua materia. Non è detto che funzionerà, ma passare le ore a rimuginare su quanto lui sia ingiusto nei nostri confronti non funziona sicuramente e aumenta solo il nostro livello di stress”.

Debito scolastico? Goditi le vacanze 

Persino in uno degli scenari più spiacevoli per uno studente, come il debito scolastico, si deve riuscire a bilanciare la vita scolastica con le attività di piacere. Anche di fronte alla prospettiva di un’estate “amara” il consiglio è quello di non autoflagellarsi: “Se si deve recuperare un voto a settembre – ricorda Boz – si dovrà necessariamente studiare; questo però non richiederà ogni ora dei mesi che passano tra la fine della scuola e l’inizio dell’anno successivo. Il tempo per dedicarsi ad attività piacevoli c’è, basta saperlo trovare. Certo, forse si dovrà rinunciare a qualcosa, magari in accordo con i genitori. Però non si deve rinunciare a tutto. E’ fondamentale riservare un minimo della propria estate per godersi le vacanze. Altrimenti si finirà con il vivere la scuola con risentimento”.

Come reagire a una bocciatura?

Nel caso poi di una bocciatura, vale a dire lo scenario peggiore per uno studente, non è raro finire preda di delusione, frustrazione, rabbia: emozioni negative che di certo non aiutano lo studente. Digerire una mancata promozione non è cosa facile: “Queste emozioni accendono pensieri automatici distruttivi o verso se stessi”, sostiene l’esperto. Si possono fare cattivi pensieri, come ad esempio: ‘Sono uno stupido, incapace persino di passare l’anno’, oppure ‘Maledetti prof che mi hanno rovinato l’estate’”. Lo sbaglio che si fa in questi casi è proprio quello di generalizzare. Così facendo però non si fa altro che estendere il proprio malessere: “Come se il problema fosse qualsiasi cosa e non solo la bocciatura. Si può, invece, provare a contrastare l’automatismo dando un voto ai propri pensieri. Quanto sono arrabbiato da 1 a 10? Quanto sono triste da 1 a 10?”.

In molti casi, infine, sia per una bocciatura che per un debito scolastico, ad alimentare lo sconforto degli studenti sono proprio i genitori. Tenendo conto che le relazioni familiari sono diverse fra loro, “l’unica cosa generale che si può suggerire è ricordare che tu non sei i tuoi genitori. Loro sentono di avere piena responsabilità sulla tua vita, ma deve essere lo studente il vero giudice di se stesso. Indipendentemente da cosa diranno i genitori, è più costruttivo interrogarsi su cosa si vuole ottenere personalmente dalla scuola e su cosa si può fare per ottenerlo. Presto inizierà un nuovo anno e occorrerà avere una strategia migliore, visto che quella dell’anno passato non ha funzionato a dovere”.

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