Avviato il rilancio del porto industriale

SUMMIT operativo dei direttori dei lavori che l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale ha avviato nei po

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SUMMIT operativo dei direttori dei lavori che l’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale ha avviato nei porti di competenza, vale a dire Bari, Brindisi, Monopoli, Barletta, Manfredonia, Termoli. «È stato fatto il punto della situazione – ha rilevato il presidente Ugo Patroni Griffi – delle opere da realizzare nei vari porti. Si tratta di uno sforzo straordinario per programmi eccezionali che hanno richiesto ingenti investimenti. L’obiettivo è quello di adeguare le varie strutture portuali alle esigenze dei traffici moderni con un adeguato loro recupero funzionale e rafforzandone l’operatività».
PER il porto di Manfredonia, fulcro dell’attenzione è stato il progetto di rifunzionalizzazione dei BAF, ovvero Bacino Alti Fondali, un intervento di grande respiro per il quale sono a disposizione 121 milioni di euro di cui 80 milioni coperti dal Pnrr. In buona sostanza si tratta di ripristinare, conformando la struttura alle rinnovate tecnologie moderne, un porto costruito negli Anni 70 a servizio del polo industriale realizzato nella retrostante piana di Macchia. Nel tempo lo scalo, perso il suo maggior riferimento operativo, è stato pressoché abbandonato a sé stesso. A seguito della riforma dei porti Del Rio, il poro di Manfredonia è stato accorpato all’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico meridionale che ne ha rilanciata la funzionalità fino a concepire un articolato progetto di riqualificazione tecnica e produttiva attestata dalla ripresa della frequenza di arrivi-partenze delle navi e dei traffici mercantili.
«IL RAGGUARDEVOLE investimento – annota il presidente Patroni Griffi – programmato in considerazione della rilanciata importanza dello scalo marittimo sipontino nel contesto del polo portuale del mare Adriatico meridionale, riferimento di un vasto hinterland che va ben oltre la provincia di Foggia, e dunque per le prospettive di sviluppo dei traffici che hanno ripreso a correre». Non solo interventi tecnici, ma anche la riorganizzazione logistica della struttura, dei vari servizi, degli spazi retroportuali, dei locali dedicati ai controlli di Stato e di security su merci e persone. Interventi fondamentali per la razionalizzazione della operatività portuale dettagliatamente previsti nel Piano regolatore portuale già presentato.
I LAVORI sono iniziati di fatto con l’impianto del cantiere nell’area retroportuale, in parte riutilizzando, adeguatamente riadattati, i manufatti destinati, ma mai utilizzati, ad uffici della Capitaneria di porto. «A breve, entro maggio – informa Vito Vespasiani, segretario generale dell’AspmAm – è previsto l’arrivo dei pontoni con i quali avviare la manutenzione e il risanamento della struttura portante, vale a dire le palafitte della “passerella” che collega la terra ferma al bacino portuale vero e proprio, e naturalmente le sovrastrutture portuali. Tra le innovazioni da introdurre quella della eliminazione degli attracchi delle navi cisterne e trasformazione della banchina per i traffici Ro-Ro».
PREVISTO lo smantellamento dei “Nastri trasportatori” installati lungo tutta la linea della “passerella” di raccordo al bacino portuale e delle banchine vere e proprie. Una sovrastruttura mai utilizzata e che non rientra nei piani di sviluppo del porto. A occuparsene è l’ASI di Foggia che non ha ancora definito le procedure di rimozione dell’impianto.
Michele Apollonio

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