Il Tar respinge il ricorso della Metropolis

̀ «IL TRIBUNALE Amministrativo Regionale per la Puglia (sezione prima) respinge l’istanza cautelare»: è quanto disposto d

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«IL TRIBUNALE Amministrativo Regionale per la Puglia (sezione prima) respinge l’istanza cautelare»: è quanto disposto dal TAR Puglia in merito al ricorso proposto dal Consorzio di Cooperative sociali “Metropolis”, contro il Comune di Manfredonia e nei confronti della Regione Puglia, l’Azienda sanitaria locale Foggia, San Francesco Cerignola, per l’annullamento, previa sospensione dell’efficacia, della determinazione del 22.2.24 del dirigente del Settore VI Urbanistica e Sviluppo sostenibile, Edilizia privata e SUE del Comune di Manfredonia, avente per oggetto “SCIA per cambio di destinazione d’uso senza opere all’interno della stessa categoria funzionale da D2 a D4, in struttura sanitaria del 12.1.23. Annullamento in autotutela ex art. 21 nonies l.n. 241/1990 e di non conformazione alla SCIA edilizia”, nonché di “ogni altro atto, presupposto, connessi e/o conseguenziali, ancorché non conosciuti, di quelli richiamati negli atti e provvedimenti elencati”.
L’ORDINANZA del TAR rileva «che le determinazioni impugnate non determinano, allo stato, un pregiudizio grave e irreparabile, fatti salvi eventuali successivi atti che le autorità preposte riterranno di adottare».
OGGETTO della contesa è la “Comunità riabilitativa assistenziale psichiatrica per autori di reato” (CRAP) ubicata nell’edificio destinato ad albergo turistico sito nella borgata “Montagna”, frazione turistica del Comune di Manfredonia così chiamata in quanto adagiata sul Gargano prospiciente alla piana e al golfo di Manfredonia. In discussione la SCIA edilizia, a suo tempo rilasciata ma annullata in autotutela dal Comune di Manfredonia dalla Commissaria prefettizia appena arrivata a Palazzo San Domenico. La determina del dirigente del settore urbanistica evidenzia, a sostegno del provvedimento di annullamento dell’atto amministrativo, tutta una serie di irregolarità tra cui «dichiarazioni erronee ed incomplete circa il regime giuridico applicabile all’intervento edilizio di cambio di destinazione d’uso; erroneità della qualificazione dell’intervento oggetto di Scia; incompatibilità urbanistica della nuova destinazione d’uso; omessa indicazione del regime vincolistico; data di inizio lavori precedente alla presentazione della Scia». Tra l’altro pende anche una richiesta di condono a fronte del versamento di 54 mila euro mai pagate.
Un provvedimento che in buona sostanza accoglie le severe rimostranze, raccolte in un esposto inviato alle autorità competenti, dei residenti in quella borgata che vedono compromessa la naturale vocazione turistica con un insediamento completamente opposto.
LA STRUTTURA è gestita dal Consorzio “Metropolis” di Molfetta che si era aggiudicata l’appalto dell’Asl FG del novembre 2022 del quale referente in loco è l’ex assessore comunale PD Damiano D’Ambrosio. La vicenda è finita anche nell’inchiesta giudiziaria “Giù le mani”. A parlarne la dirigente dell’urbanistica ingegnera Rosa Tedeschi che in una informazione testimoniale ha riferito che l’assessore Angelo Salvemini (agli arresti domiciliari), nipote del D’Ambrosio, minacciò ritorsioni se non avesse fatto come diceva lui.
Michele Apollonio

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