Forza Italia No Rotice

’ ’ SARA’ un summit da tenersi a Bari tra i coordinatori regionali e provinciali a discutere delle elezioni provinciali e comunali

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SARA’ un summit da tenersi a Bari tra i coordinatori regionali e provinciali a discutere delle elezioni provinciali e comunali e per chiarire la posizione di Forza Italia sulla candidatura a sindaco di Manfredonia di Gianni Rotice annunciata da Fratelli d’Italia, Udc, Lega, Strada facendo, Noi moderati e Puglia popolare. Un “tavolo” sollecitato da Mauro D’Attis, vicepresidente della Commissione parlamentare antimafia, preoccupato per le ripercussioni del ritorno sulla scena politica-amministrativa dell’ex sindaco Rotice, sulle elezioni di giugno non solo a Manfredonia, ma anche a San Severo e riverberi politici nella Capitanata fino a Bari. «Per capire se vogliono che a Foggia si scateni un clima da far-west o se è possibile tutelare quello che ritengo essere un valore fondamentale: l’unità del centrodestra. Le divisioni che si stanno profilando non possono che condurre ad una sconfitta certa e, come commissario regionale, ho l’obbligo di esperire ogni strada utile alla ricomposizione della nostra coalizione».
ANCHE Fratelli d’Italia si è allarmato per la dichiarata opposizione della base meloniana sipontina alla candidatura Rotice e ne spiegherà le ragioni nel summit regionale. Tra le argomentazioni espresse da FdI, quella riferita alla circostanza verificatasi nel gennaio 2023 allorquando il commissario provinciale di Fd’I, Galeazzo Bignami, tolse l’appoggio all’amministrazione Rotice. «Alla scelta del sindaco di Manfredonia di porsi fuori dalla coalizione di centro destra nell’ambito delle elezioni provinciali di Foggia, consegue coerentemente la decisione di Fratelli d’Italia di revocare qualsiasi forma di sostegno a quella esperienza di governo».
A QUEL tempo nell’amministrazione Rotice FdI era rappresentata da una assessora e da un consigliere comunale peraltro implicato nell’operazione antimafia “Omnia nostra” (è stato poi condannato): l’assessora ripudiò FdI e rimase in giunta, mentre il consigliere si dichiarò “indipendente”.
QUELLA dell’ombra della Legge aleggiante su Palazzo San Domenico, sede del municipio, è sempre stata una costante. Lo scioglimento per infiltrazioni mafiose inflitto nel 2019 all’amministrazione comunale del tempo, ha costituito una clamorosa battuta d’arresto le cui conseguenze finanziarie, ma non solo, di scontano ancora oggi e si protrarranno ancora per alcuni anni. Non certo fulmine a ciel sereno è arrivata l’inchiesta in corso della Magistratura di Foggia emblematicamente intitolata “Giù le mani” che vede, tra le altre misure restrittive, quella che ha portato ai domiciliari un ex assessore e la segretaria comunale sospesa per un anno dai pubblici uffici.
INTANTO la Commissaria prefettizia al Comune di Manfredonia, ha revocato «al fine di addivenire a nuove soluzioni oprganizzative», con effetto immediato la nomina a comandante ad interim del Corpo di polizia locale del Commissario capo Vincenzo D’Anzeris.
Michele Apollonio

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