Aula Magna Licei Galilei Moro gremita al Convegno sulla violenza di genere organizzato dai Rotary Club Manfredonia L’aula magna dei licei “Gali
Aula Magna Licei Galilei Moro gremita al Convegno sulla violenza di genere organizzato dai Rotary Club Manfredonia
L’aula magna dei licei “Galilei-Moro” di Manfredonia, questa mattina, gremita di insegnanti e studenti, è stata teatro di un importante convegno intitolato “Contrasto alla violenza di genere Le diverse facce della violenza”, finalizzato, a focalizzare l’attenzione ed il dibattito, come indicato nel titolo, al contrasto alla violenza.L’evento è stato organizzato dal Rotary Club di Manfredonia ed ha ricevuto il patrocinio della Polizia di Stato. Dopo i saluti del suo presidente, dottor Lorenzo Mantuano e dell’avvocato Giusi Moscatelli, tra le organizzatrici, si è subito passati alla proiezione del cortometraggio documentario da titolo “Nel cognome che ho scelto” realizzato dal regista foggiano Lorenzo Sepalone, che ha ricevuto grandi consensi di critica nazionale, nel quale viene raccontata la storia del venticinquenne foggiano Alfredo Traiano, figlio di Giovanna Traiano, quest’ultima vittima di femminicidio nel 2003 ma anche nipote di Francesco Traiano, morto nel 2020, dopo essere stato ferito da una gang di minorenni, durante una rapina avvenuta all’interno del proprio bar a Foggia.
Terminata la proiezione del documentario, naturalmente, la parola è passata al protagonista del cortometraggio, Alfredo, che all’età di quattro anni, rimaneva orfano della propria madre, vittima di femminicidio, perpetrato proprio dal proprio giovane padre che non accettava l’idea che Giovanna potesse avere una propria vita lavorativa ed affermarsi, sicchè, subito dopo la separazione voluta dalla propria moglie, la raggiungeva all’interno della sacrestia di una chiesa
colpendola a morte con un colpo di pistola. Una testimonianza, significativa e toccante che ha fatto vibrare le corde del cuore dei presenti che non si sono risparmiati nel porre domande al giovanissimo Alfredo che, nonostante la terribile esperienza vissuta, ha esortato gli attenti studenti a non rispondere mai alla violenza con altrettanta violenza ma a denunciarla senza remore, rivolgendosi agli organi dello Stato preposti.
Interessante l’intervento della dottoressa Angela Barbato, vice prefetto aggiunto al Comune di Manfredonia, improntato essenzialmente sul concetto di legalità che deve essere sempre garantito dallo Stato reprimendo sul nascere ogni forma di violenza di genere.
La parola è poi passata al commissario presso la Questura di Foggia, dott. D’Amore, che ha raccontato delle sue numerose attività di indagine, in trentanove anni di onorato servizio nella Polizia di Stato, finalizzate, di concerto con la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, a reprimere reati contro la famiglia, con un rapido passaggio alla complessa indagine investigativa, attraverso la quale, un ventennio fa, venne fatta luce sul terribile omicidio della minore sipontina Giusi Potenza. A seguire gli interventi della psicoterapeuta Daniela Brandini e di Cristina Piemontese del CAV di Manfredonia che hanno analizzato sotto il profilo psicologico e sociale il dilagante fenomeno della violenza di genere, con la possibilità anche anomina di rivolgersi ai CAV per ogni forma di tutula.
Pregevole, sotto il profilo giuridico e sociologico, l’ultimo intervento del dottor Vincenzo Maria Bafundi, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Foggia, con una ultraventennale e consolidata esperienza nella represssioni dei delitti contro la famiglia.L’intervento, indirizzato alla giovane ed attenta platea liceale, dopo un breve excursus sulla legislazione, cambiata negli ultimi anni con la introduzione, come mezzo di contrasto e dissuasione della violenza di genere, del cosidetto “Codice rosso”, si è estrinsecato con il racconto di tanti casi giudiziari relativi a reati contro la famiglia, trattati dal Pubblico Ministero, che hanno presentato criticità investigative, rinvenienti, molto spesso, dalla diffusa reticenza della persone testimoni di questa tipologia di reati. Tante le domande e le osservazioni provenienti dalla platea, con risposte esaustive e con un unico denominatore: reprimere e combattere la violenza in qualsiasi forma essa venga espressa.
Emozionato il Presidente del Rotary Club di Manfredonia che oltre ai ringraziamenti finali ha altresì preannunciato altre iniziative a breve per sensibilizzare la società su altrettanti temi di interesse sociale ed educativo.
Antonio Castriotta
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