Serpeggia il malcontento sul Gargano nella base M5S. In cinque –Mariateresa Bevilacqua, Vanni Salcuni, Pasquale Palumbo, Carolina del Viscio e Costanz
Serpeggia il malcontento sul Gargano nella base M5S. In cinque –Mariateresa Bevilacqua, Vanni Salcuni, Pasquale Palumbo, Carolina del Viscio e Costanzo Trombetta – firmano una lettera aperta al presidente Giuseppe Conte. Sono attivisti di Vieste, Manfredonia, Monte Sant’Angelo, Vico del Gargano e Rodi Garganico.
Lamentano l’assenza di confronto e dialogo politico interno al Movimento in provincia di Foggia.
“Abbiamo tentato in diverse occasioni di evitare di rendere pubbliche queste nostre osservazioni sull’andamento del M5s nella nostra Provincia, ma ogni tentativo è stato inutile a causa della mancata convocazione di riunioni provinciali da parte del coordinatore provinciale – scrivono i cinque attivisti -. In verità, il coordinatore provinciale ha convocato una sola riunione in un momento di sicura scarsa partecipazione (fine settimana d’estate a mezzogiorno)”.
Si rivolgono direttamente all’ex premier e lo informano che, dopo la pubblicazione del regolamento sui gruppi territoriali, “il coordinatore provinciale Mario Furore ha provveduto alla chiusura dell’unico gruppo social privato Whatsapp, ove erano presenti non solo gli eletti, ma anche un centinaio di attivisti e simpatizzanti, motivando la decisione con la prossima costituzione dei gruppi territoriali nei comuni della provincia. Ovviamente, con la chiusura della chat, peraltro contestata dai partecipanti, si interrompevano le possibilità di dialogo e confronto democratico ed inclusivo tra la base e gli eletti nelle varie sedi istituzionali. Il risultato ovvio è stato che noi iscritti del M5s, in assenza di riunioni periodiche di aggiornamento politico e in assenza di altri strumenti virtuali di condivisione, non riceviamo più informazioni dirette dai nostri rappresentanti politici, non abbiamo più confronto, e che dal nostro territorio non giungono più istanze nelle istituzioni: questo è un dato oggettivo”, riferiscono.
È un atto di accusa ai vertici. I cinque sottoscrittori della lettera aperta osservano come l’interruzione dell’utilizzo di questo strumento di dialogo virtuale non sia imposta da alcuna norma dello Statuto e del Regolamento dei gruppi territoriali, “pertanto la decisione non trovava alcuna reale giustificazione – proseguono -. Ma se pure dovessimo ritenere giustificate le ragioni del coordinatore, si evidenzia che l’atteggiamento di chiusura comporta una certa fatica nella costituzione dei gruppi territoriali. Ed infatti su 61 Comuni, abbiamo solo 5 gruppi territoriali in 5 Comuni. Dati sconfortanti per noi che abbiamo faticato tanto per la nostra forza politica”.
Ma la scollatura la base e i portavoce non è l’unica questione che sottopongono al leader M5S. “Accanto al problema dell’assenza di confronto tra gli iscritti e gli eletti, che non favorisce la crescita del consenso politico, si pone un altro problema, ossia quello del numero necessario per la formazione del gruppo territoriale”.
Gli attivisti garganici suggeriscono una modifica al regolamento dei Gruppi territoriali, “stabilendo un numero di aderenti proporzionato al numero degli abitanti”, considerato che il territorio nazionale è ricco di comuni di piccole dimensioni.
“Tutti gli iscritti dovrebbero avere la possibilità di esercitare l’attività di supporto elettorale al M5s tramite i gruppi, ma è iniquo trattare gli iscritti di una città metropolitana al pari degli iscritti di un paesino con poche migliaia di abitanti – si legge nella lettera aperta –. V’è una palese difficoltà per i secondi di poter formare un Gruppo territoriale, che restano mortificati nella loro volontà di associarsi e svolgere attività di supporto politico. Auspichiamo, infatti, che nelle prossime competizioni elettorali l’adesione al Gruppo territoriale non costituisca requisito per le candidature degli iscritti, posto che la conseguenza sarebbe che la candidatura sarebbe riservata solo ai cittadini di Comuni più grandi. E, in questo, sappiamo di ricevere la sua condivisione”.
La loro proposta si articola in quattro punti: Gruppi territoriali formati da almeno la metà del numero necessario per la formazione minima della lista elettorale amministrativa; certificazione entro il termine di 30 giorni dal raggiungimento del numero minimo; diritto per gli iscritti aderenti di sapere il numero delle adesioni al gruppo in formazione; potere al Gruppo territoriale di esprimere l’indirizzo politico locale.
“Ci sono Gruppi territoriali che attendono da più un anno la certificazione da parte del coordinatore provinciale”, denunciano i Cinquestelle garganici firmatari.
“Alcuni attivisti sono stati sospesi verbalmente dal coordinatore, anche senza che essi facciano parte di un gruppo certificato, senza alcuna comunicazione scritta da parte del M5s, e altri attivisti, sospesi senza alcuna motivazione esplicitata, hanno chiesto inutilmente spiegazioni e sono stati esclusi inspiegabilmente dall’attività politica e associativa del locale Gruppo territoriale – proseguono -. Conviene, presidente, che questa alzata di muri contrasti con la sua manifestata volontà di inclusione, partecipazione e accoglienza dei cittadini nel M5s e che, se il M5s partecipa a competizioni elettorali anche Provinciali, gli iscritti della provincia di Foggia abbiano il diritto di discutere ed esprimere il loro pensiero politico circa le questioni politiche provinciali?”.
Avanzano un’ulteriore proposta, lamentando che sia stato loro impedito ripetutamente di esercitare il diritto di partecipazione alle decisioni politiche. Consta di due punti: “i coordinatori regionali e provinciali devono essere eletti dagli iscritti su base regionale e provinciale; i coordinatori provinciali e regionali devono essere incompatibili con la posizione di eletto. Sussiste, infatti, il rischio oggettivo di capitalizzazione dei consensi per il raggiungimento di fini puramente personali, come la rielezione, che deve essere scongiurato in un’ottica di imparzialità, trasparenza e pari opportunità tra i candidati – spiegano – Così come, presidente, deve lei stesso comprendere che noi attivisti abbiamo un contatto diretto con i nostri sostenitori, i quali si aspettano posizioni chiare e nette nei confronti della politica locale: non è possibile che gli attivisti dei Comuni prossimi al voto debbano mortificare il proprio percorso politico per raggiungere la vittoria a tutti i costi: il M5s, presidente, nasce come forza di rivoluzione gentile delle coscienze, non come forza di governo a tutti i costi per tutte le stagioni. E, presidente, visto che queste doglianze sono pubbliche – concludono –, non abbiamo alcun timore di smentita”
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