LA PROTESTA NON SI FERMA: “RISCHIAMO DI ESTINGUERCI. LA POLITICA LOCALE DEVE LOTTARE CON QUESTA EUROPA CHE STA FACENDO DI TUTTO PER ELIMINARE I SETTORI PRIMARI”.

Troppe regole drastiche, così non si lavora più”. I pescatori di Manfredonia continuano lo stato di agitazione e questa mattina hanno tenuto un sit in

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FLORIAN LETTL INCONTRA LA STAMPA
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Troppe regole drastiche, così non si lavora più”. I pescatori di Manfredonia continuano lo stato di agitazione e questa mattina hanno tenuto un sit in sul porto, mentre una delegazione si è unita agli agricoltori oggi a Roma per l’ennesimo incontro con il Governo. “Le politiche dell’UE ci stanno distruggendo, favoriscono l’importazione.

Eppure nel nostro mare – dicono in coro i pescatori manfredoniani – si continua a pescare abbondantemente. Vogliono la nostra fine. Il Governo italiano a chi aspetta ad intervenire? L’Europa sta facendo di tutto per eliminare il nostro settore.

Si continua a favorire l’importazione a discapito del nostro pescato di qualità. Evidentemente è meglio importare pesce dall’Oceano, è meno costoso e non ha tante regole da rispettare. Pensate che nella sola Manfredonia arriva almeno l’80% di pesce dall’estero”. E il pesce di Manfredonia? “Va sui mercati del nord Italia e anche all’estero dove viene apprezzato per la qualità. Noi preferiamo spendere meno preferendo quello d’importazione”.

Intanto la flotta peschereccia si assottiglia sempre di più. “Siamo passati da 500 a sole 150 barche, un vero disastro per quella che era la marineria più importante dell’Adriatico. E quello che più ci preoccupa è che non vediamo il ricambio generazionale, chi può cambia mestiere”. I pescatori di Manfredonia sono pronti a disertare le prossime elezioni europee. “Se necessario facciamo anche questo. I nostri politici sono tutti uguali, destra o sinistra poco cambia”.

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