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(di Maria Teresa Valente ✍️)
“San Lorenzo Majorano, quante statue ti hanno dedicato?”. “Tre, figliola cara”, sembra rispondermi il santo patrono di Manfredonia mentre, con il braccio destro sollevato, tiene aperte le tre dita della mano.
Sfogliando la storia di Manfredonia si fanno spesso scoperte inedite e curiose. Ad esempio, chi mai lo avrebbe detto che l’attuale monumento equestre a Re Manfredi non è la prima grande statua dedicata ad un personaggio illustre di Manfredonia?
A quanto pare, infatti, nel Seicento in cima al campanile, in pieno centro cittadino, vi era una gigantesca statua di San Lorenzo a cavallo. L’imponente monumento era stato voluto dall’Arcivescovo Vincenzo Maria Orsini (divenuto poi papa con il nome di Benedetto XIII), che nel 1677 fece erigere la massiccia torre campanaria, per rendere omaggio al decimo Arcivescovo di Manfredonia, nonché colui al quale è dovuta la nascita del culto di San Michele Arcangelo nel mondo. L’Orsini fece realizzare un’enorme statua che lo ritraeva su un cavallo, proprio come nello stemma della città.
Che fine ha fatto questa statua? Secondo alcuni documenti storici, la statua equestre di San Lorenzo ebbe vita breve, addirittura meno di dieci anni. Pare, infatti, che fu distrutta nel 1686, appena nove anni dopo l’inaugurazione, da una terribile tempesta che colpì Manfredonia. Secondo lo storico sipontino dei primi del Novecento, Luigi Pascale, un ciclone colpì la città proprio il 7 febbraio, giorno di San Lorenzo, con una violenza tale che la statua cadde e fu trasportata via come fosse di paglia. Da rilievi fotografici, è possibile oggi scorgerne le tracce in cima al campanile.
Oltre alla statua a cavallo, che sparì nel nulla, un’altra era stata dedicata al santo e veniva venerata dai fedeli in cattedrale prima di quella attuale. Il simulacro era tutto d’argento e venne realizzato per volontà del Duca Ludovico, Signore di Monte Sant’Angelo, per le messe di suffragio in ricordo della moglie Margherita morta un mese dopo il parto. La statua d’argento di San Lorenzo fu portata via dai turchi durante il sacco del 1620.
Ed infine, vi è una terza statua, quella che ancora oggi ogni 7 febbraio viene vestita con i paramenti sacri in occasione della processione dedicata a San Lorenzo per le vie cittadine. Terza statua anche come disposizione, trovandosi nella terza nicchia a destra della cattedrale.
“San Lorenzo Majorano, quante statue hai detto che ti hanno dedicato?”. “Tre…”, fa con la mano. E con lo sguardo un po’ preoccupato sembra quasi voler sospirare un “…e questa speriamo che duri!”.
Maria Teresa Valente
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