Fondi sanità, Tutolo piazza tenda davanti alla Regione Puglia: “Cittadini foggiani trattati come carne da macello”

Da lunedì 12 febbraio mi piazzerò in una tenda davanti al palazzo del Consiglio regionale della Puglia e lì resterò finché i cittadini della provi

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Da lunedì 12 febbraio mi piazzerò in una tenda davanti al palazzo del Consiglio regionale della Puglia e lì resterò finché i cittadini della provincia di Foggia non avranno le risposte che meritano a proposito della ripartizione del Fondo sanitario regionale”.

Lo annuncia il consigliere regionale Antonio Tutolo che ha deciso di accamparsi per protesta contro l’attuale sistema di distribuzione del denaro pubblico tra le varie province pugliesi.

“In diverse sedute del Consiglio ho sollecitato una ripartizione equa, poiché i criteri attuali si basano su dati storici per nulla rispondenti alla realtà dei territori. La soluzione che ho prospettato è una riassegnazione in base al numero di abitanti, ma se ne possono trovare altre. Non è possibile che il singolo cittadino dell’area metropolitana di Bari abbia a disposizione per la diagnostica per immagini un budget di 9,9 euro, quello della provincia di Brindisi 6,6 euro; quello della BAT 5,2 euro; quello di Taranto, 8,1 euro; quello di Lecce 8,20 contro quello della Capitanata che ha solo 3,4 euro. Queste differenze ingiuste tracciano una linea di demarcazione tra la vita e la morte delle persone, perché è con quelle risorse che si forniscono servizi sui territori. Da sempre la provincia di Foggia viene massacrata con disparità ingiustificabili che la mortificano e la piazzano per forza di cose agli ultimi posti delle classifiche. Dunque, mi sono stancato di assistere inerme all’ennesimo maltrattamento della Capitanata e ho deciso di protestare ad oltranza”.Tutti in Regione sanno che è così da sempre ma nessuno ha mai mosso un dito – prosegue -. I cittadini della Capitanata sono trattati come carne da macello. La loro vita vale meno di quella degli altri. Le liste d’attesa della provincia di Foggia scontano i tempi più lunghi d’Italia, eppure a nessuno frega nulla. 

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