Il giorno più triste della memoria

Il prossimo 27 gennaio si celebra il giorno della memoria, in onore delle milioni di persone vittime della follia della Shoah. Quest’anno purtrop

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Il giorno più triste della memoria

Il prossimo 27 gennaio si celebra il giorno della memoria, in onore delle milioni di persone vittime della follia della Shoah.
Quest’anno purtroppo la ricorrenza coincide con la recrudescenza del conflitto in Medioriente iniziato il 7 ottobre con il terribile attentato terroristico ad opera di Hamas e tutt’ora in corso.
Che la risposta di Israele sia stata eccessiva e che la morte seminata intorno a Gaza abbia riguardato anche migliaia di innocenti e di bambini è fuor di dubbio, così come è assai legittimo avere perplessità sull’attuale governo di Tel Aviv, già abbondantemente in crisi prima del 7 ottobre.
Il guaio è che Israele continua a subire pregiudizi e ostilità, da tutti i settori culturali e non solo nel nostro Paese.
L’antisemitismo si diffonde ed è frutto di un retaggio antico. Intendiamoci: negli anni dell’ Intifada tutti tiravamo per la Palestina e tutti riteniamo che abbia il diritto di avere uno Stato autonomo e libero. Ma all’epoca non c’era Hamas ed Hezbollah e non c’era questa cruente azione terroristica.
Israele non è immune da colpe sin dai tempi di Sharon ma è l’unico presidio democratico nel Medioriente. E di fatto l’unico argine contro il totalitarismo arabo. Ma, e qui sta l’orrore, criticare Israele è legittimo, dipingerlo come la Germania nazista è crudele.
Per questo, sembra quasi contraddittorio esprimere il dolore alla comunità ebraica per quanto patito e fare l’equazione assurda tra ciò che avviene a Gaza e ciò che è avvenuto ottant’anni fa.
Di questo si discuterà ad esempio a Modena, sabato prossimo, con la presenza di Cristiana Ciarli, che sul tema della pedagogia in relazione alla Shoah, ha scritto cose importanti. Ci sarà simbolicamente un po’ di Calabria, poiché la sala dell’incontro è dedicata a Lea Garofalo.
Sul tema della difesa dei suoi connazionali di Israele, e sull’eccesso di legittima difesa, un grande ebreo come Steven Spielberg ha realizzato un capolavoro, “Munich”, dedicato alla rivalsa compiuta nei confronti dei terroristi che irruppero nel villaggio olimpico.
Ma si tratta di una provocazione intelligente che è offensivo mettere in correlazione con la Shoah. Esistono tante sacche di persone, non isolate, che ancora accusano gli ebrei di complotti.

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