Imprese e occupazione fine d’anno in chiaroscuro in Puglia

Le imprese pugliesi  resistono, pur tra le difficoltà. In chiusura dell’anno l’export fatica specie in Puglia, mentre le importazioni non ce la pa

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Imprese e occupazione fine d’anno in chiaroscuro in Puglia e Basilicata

Le imprese pugliesi  resistono, pur tra le difficoltà. In chiusura dell’anno l’export fatica specie in Puglia, mentre le importazioni non ce la passiamo bene. Cala la disoccupazione tra i pugliesi, cresce fra i lucani. Mentre le previsioni sulle nuove assunzioni nel turismo scendono in entrambe le regioni.

Il quadro in chiaroscuro emerge dall’ultima Nota congiunturale semestrale elaborata dal Servizio analisi economica e statistiche creditizie di Federcasse, la Federazione italiana delle Banche di credito cooperativo-Casse rurali e artigiane, presenti capillarmente con le loro sedi nelle due regioni e punto di riferimento per famiglie e aziende del territorio.
pugliaAlla diminuzione del numero di imprese nei primi tre mesi del 2023 (-0,87%) ha fatto da contraltare il parziale recupero nel secondo trimestre dell’anno, con un aumento dello 0,3%. Così la dinamica nella prima metà del 2023 è risultata sostanzialmente allineata a quella media delle regioni del Mezzogiorno (-0,76 per cento nel I trimestre del 2023 e +0,31 per cento nel II) ma più negativa della media italiana (-0,45 % nel I trimestre e +0,29% nel II trimestre del 2023).
La crescita del numero di imprese attive nel II semestre non ha però coinvolto tutti i settori. Se servizi e costruzioni (+0,38%) e agricoltura (+0,27) sono cresciuti, si è registrato un calo per l’industria in senso stretto (-0,39%) a conferma delle maggiori difficoltà del comparto.Le imprese artigiane, afferma la Nota di Federcasse, hanno mostrato «una dinamica leggermente più resiliente». Il loro numero è diminuito dello 0,62 nel I trimestre del 2023 e aumentato dello 0,42 per cento nel II trimestre del 2023. La performance della Puglia è stata però nel complesso leggermente più negativa sia rispetto a quella media dell’insieme delle regioni del Mezzogiorno (-0,55 per cento nel I trimestre del 2023 e +0,42 per cento nel II trimestre del 2023) che a quella dell’intera Italia (-0,44 per cento nel I trimestre del 2023 e +0,28 per cento nel II trimestre del 2023).
Le imprese artigiane sono state trainate dalla crescita del settore dell’agricoltura (+1,38%) e delle costruzioni (+0,73%) mentre i servizi hanno fatto segnare un +0,36%. Stabile il numero di imprese artigiane attive nel settore dell’industria in senso stretto, a conferma delle difficoltà che l’hanno caratterizzato nei precedenti periodi.Negativo, invece, nella prima metà del 2023, il commercio con l’estero. Rispetto allo stesso periodo del 2022, le esportazioni regionali sono aumentate dell’1,7% nel I trimestre del 2023 per poi diminuire del 4% nel II trimestre del 2023.Ma sono calate anche le importazioni: nell’ordine del 2% per cento e del 6,4%. Così nel II trimestre dell’anno il disavanzo commerciale si è attenuato attestandosi a circa 358 milioni di euro grazie ad un valore delle esportazioni di circa 2.533 milioni di euro e un valore di circa 2.891 milioni di euro delle importazioni.Dopo la crescita di fine 2022 e la stabilità dei primi tre mesi del 2023, il tasso di disoccupazione pugliese è tornato a diminuire attestandosi all’11,6% nel II trimestre del 2023 contro la media del Mezzogiorno del 13,5%.
E dopo varie diminuzioni, stima il rapporto di Federcasse, nel periodo settembre-novembre 2023, le assunzioni previste dalle imprese sono ritornate ad aumentare attestandosi a 71.760 unità (dalle 61.700 unità del periodo precedente). Ad eccezione dell’ulteriore riduzione nel settore del turismo (da 12.390 a 11.020 unità, il 15,4% del totale, in netta diminuzione dal precedente 20,1%), le assunzioni previste sono aumentate in tutti i settori, con crescita più ampia nei servizi (da 21.330 a 26.930 unità, il 37,5%) e nelle costruzioni (da 9.360 a 12.810 unità, 17,9%) e più contenuta nell’industria in senso stretto (da 9.520 a 11.120 unità, 15,5%) e nel commercio (da 9.100 a 9.880 unità, il 13,8%).

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