I vini di Puglia protagonisti dei brindisi di Natale e fine anno. Dalla Malvasia al Salice Salentino Negroamaro, dal Bombino bianco e nero al Cast
I vini di Puglia protagonisti dei brindisi di Natale e fine anno. Dalla Malvasia al Salice Salentino Negroamaro, dal Bombino bianco e nero al Castel del Monte, dalla Daunia al Minutolo della Valle d’Itria al Salento, con oltre 900mila bottiglie di spumante imbottigliate in media l’anno che conquistano le tavole. È la stima della Coldiretti Puglia. Se in Puglia lo spumante si classifica tra gli acquisti irrinunciabili nello shopping delle feste, anche in Italia e all’estero – sottolinea la Coldiretti regionale – le bollicine pugliesi si stanno facendo largo con un consolidamento generale delle esportazioni.
Nel 2023 è stato registrato un aumento dell’export dei vini pugliesi verso la Gran Bretagna con +39,7%, seguito da Albania con + 28%, Paesi Bassi con +22,2%, Francia con +15,2%, Germania con + 10,5% e Stati Uniti con +6,5%, mentre i vini pugliesi perdono quota in Cina con un -34,9%, Svezia con -22,9% e Svizzera con -10,2%.
Sul successo delle bollicine tricolori nel mondo pesano però – sottolinea la Coldiretti regionale – la contrazione generalizzata dei volumi di vendita sia sul mercato interno che su quello estero, le fluttuazioni dei prezzi di mercato in un’annata già critica per l’andamento climatico sfavorevole con la peronospora che ha tagliato la produzione pugliese, a fronte del considerevole incremento dei costi di produzione, sta riducendo considerevolmente i margini aziendali, con il serio rischio non solo di mettere in difficoltà le imprese ma di avere una negativa forte ripercussione sui produttori, con l’’impennata del costo del vetro cavo per le bottiglie, con un aumento che ha raggiunto il +58% negli ultimi due anni, si aggiunge al pesante gap logistico nazionale e frena l’export del vino Made in Italy nel mondo.
La Puglia si sta imponendo con gli spumanti, dove, sostiene Coldiretti, grande è la capacità di innovazione dei produttori nostrani che hanno puntato, soprattutto, sulla distintività e sul legame con il territorio e la cultura locale per vincere la competizione sul mercato globale, facendo concorrenza a territori storicamente imbattibili. «La popolarità internazionale di eccellenze varietali dei vigneti quali Primitivo, Negroamaro, Susumaniello e Nero di Troia, con il successo di vini Dop quali il Primitivo di Manduria, il Salice Salentino e il Castel del Monte, per citarne solo alcuni, hanno fatto del settore vitivinicolo pugliese – afferma Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia – il riferimento per vocazione, capacità di raccontare e promuovere al meglio il territorio, innovazione e grande propensione all’internazionalizzazione».
Secondo la Coldiretti, per difendere il patrimonio vitivinicolo italiano è necessario intervenire per contenere i costi di produzione con interventi immediati e strutturali per programmare il futuro, perché «tutelare il vino significa tutelare il principale elemento di traino per l’intero sistema agroalimentare non solo all’estero ma anche sul mercato interno, a partire dal settore turistico». «In tale ottica il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) può essere determinante – conclude Coldiretti – per sostenere la competitività delle imprese sbloccando le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese e anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo».
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