Carceri: la situazione anche a Natale, anche in Puglia resta difficile

Siamo a Natale e la poderosa macchina della censura è entrata in funzione con chef stellati, giornalisti, gente dello spettacolo che per poche ore si

Per il 57% dei pugliesi è difficile raggiungere il pronto soccorso
Entro il 2050 nel Mediterraneo 1 pesce su 3 sarà «alieno»: l’allarme
La flotta russa a Otranto minaccia il gasdotto Tap

Siamo a Natale e la poderosa macchina della censura è entrata in funzione con chef stellati, giornalisti, gente dello spettacolo che per poche ore si mette al servizio dei detenuti per raccontare un carcere da mulino bianco”. Inizia così la nota diffusa dal sindacato di polizia penitenziaria della Puglia.

Screenshot 20231224 032722

“Come pure in tantissime carceri sembra entrare qualche momento di umanità con i vescovi che celebrano la santa messa, spettacoli di ogni genere messi in scena per compiacere la c.d. società che regala qualche ora alle problematiche del carcere per poi dimenticarsene tutto l’anno. Se poi va bene arriverà la visita del SANTO PADRE e del PRESIDENTE MATTARELLA a suggellare questa vicinanza con un mondo per tutti sconosciuto ma che a Natale fa sentire tutti più buoni. Poi appena spente le luci delle telecamere tutto ritorna come prima, ed il mulino bianco si trasforma in inferno dantesco con tutte le sue gravi problematiche di cui nessuno si interesserà più, fino al prossimo natale. Che fine fanno, per esempio, quegli squilibrati che riempiono le pagine della cronaca dei giornali (femminicidi ed altro) che fanno la fortuna di tanti programmi televisivi? Dopo la chiusura dei manicomi giudiziari i detenuti con problemi psichiatrici seri sono finiti diritti nelle carceri, e quando va bene nelle infermerie, altrimenti nelle stanze con altri detenuti che reagiscono anche in maniera violenta. Ciò in quanto le REMS che dovevano ovviare al problema sono insufficienti o inesistenti, e la cosa ancora più grave è che per la stragrande maggioranza di questi soggetti, le cure sono inadeguate oppure nulle. Proprio l’assessore alla salute della Puglia PALESE disse al SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, che non ci sono specialisti psichiatri a sufficienza  Potremmo parlare poi dell’articolo 27 della costituzione che parla di reinserimento della persona detenuta.” Prosegue la nota: “in carceri come Foggia con quasi 700 detenuti ci sono 3 educatori, quanti ristretti possono essere seguiti realmente? Potremmo parlare di tante altre cose, come la fatiscenza delle strutture carcerarie gelide d’inverno e bollenti d’estate; dell’assistenza sanitaria ai detenuti che è carente o peggio, nonostante la stragrande maggioranza dei ristretti abbia patologie anche gravi( tossicodipendenti, malati cronici ecc.ec.); della cattiva gestione del sovraffollamento delle carceri a macchia di leopardo, con regioni quasi vuote e con altre come la Puglia piene all’inverosimile, con i detenuti stretti come sardine costretti a mangiare in piedi, e con penitenziari che hanno terminato letti, materassi, sgabelli; della vigilanza dinamica che vuol dire lasciare aperti i detenuti nelle sezioni consentendo ai prepotenti e violenti di soggiogare i detenuti più deboli. E dei suicidi dei 68 detenuti (nl 2023) e delle decine e decine di questi anni di poliziotti penitenziari? Ormai ne parlano sì e no le cronache locali. Potremmo parlare all’infinito delle problematiche delle carceri che vengono affrontate dalla politica secondo gli interessi di parte(amnistie, condono la sinistra, nuove carceri la destra) senza aprire una serio e concreto dibattitto sulla materia, però siamo a Natale e con tutte queste considerazioni potremmo rovinare il clima idilliaco che stampa e tv hanno creato per mettere tutti con la coscienza a posto. Dimenticavamo di dire che nelle carceri c’è pure un manipolo di persone chiamate poliziotti penitenziari che per non più di 1500 euro al mese, ogni giorno entrano in quelle bolgie dantesche quale unico presidio di legalità di uno stato che si reputa civile, dove la violenza, la prepotenza, la fanno da padrone, umili lavoratori che regalano umanità ,che difendono i più deboli, che riescono a salvare la vita centinaia di detenuti che hanno perso la dignità e tentano di morire(non lo diciamo noi ma i fatti), che sono costretti a vivere e lavorare in ambienti fatiscenti in violazione di qualsiasi norma sula sicurezza e salubrità dei luoghi di lavoro, con orari di servizio che non finiscono mai, con contratti ed accordi sindacali mai rispettati, e che dulcis in fundo sanno quando entrano nel carcere, ma non sanno quando ne usciranno e soprattutto in che condizioni, considerate le migliaia di aggressioni che hanno subito solo. Gli stessi poliziotti costretti ad avvelenarsi ogni giorno dallo Stato che li obbliga ad inalare il fumo passivo delle sigarette dei detenuti così come sancito da un tribunale di questa nazione. Niente di tutto ciò, poiché i poliziotti penitenziari arrivano agli onori delle cronache soltanto per episodi di violenza nei confronti di detenuti in molti casi tutti da dimostrare. Per questo il 25 dicembre quando i telegiornali menzioneranno tutte le categorie più impegnate in questo natale, tra polizia, carabinieri, sanitari ecc.ecc., la polizia penitenziaria non ci sarà, nonostante ogni giorno gestisce (con tantissimi sacrifici determinati dal sovraffollamento dei detenuti e dalla carenza di personale,) 60.000 persone che non sono certo gentiluomini garantendo con ciò sicurezza e rispetto della legalità per tutti, poiché un carcere è sempre attivo 24 ore al giorno per tutto l’anno, però bisogna ricordarsene che esistono giusto qualche minuto una volta l’anno, così la bontà della festa è salva. Buon Natale a questi eroi a cui non viene riconosciuto o perdonato nulla, ma che tengono alta la dignità dello Stato.”

COMMENTI

WORDPRESS: 0