Nel 2023 sono 45 le indagini amministrative svolte dal Nucleo ispettivo regionale sanitario dopo altrettante segnalazioni, di queste 4 si sono conclus
Nel 2023 sono 45 le indagini amministrative svolte dal Nucleo ispettivo regionale sanitario dopo altrettante segnalazioni, di queste 4 si sono concluse con la richiesta di follow-up e di azioni di miglioramento; 14 si sono concluse con la richiesta del solo follow-up; 8 si sono concluse con indicazioni di azione di miglioramento da suggerire alle direzioni di riferimento; 19 si sono concluse senza richiesta di follow-up nè di azioni di miglioramento.
I risultati sono stati presentati oggi dal presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e dal Nucleo ispettivo regionale sanitario della Regione Puglia, guidati dall’avvocato Antonio La Scala, ex ufficiale della Guardia di Finanza. A introdurre i lavori è stata la dottoressa Angela Guerra, dirigente ad interim del servizio ispettivo.
Il Nirs ha gestito 57 segnalazioni che hanno portato a 45 attività ispettive e ad altrettante relazioni. Sino a metà dicembre 2023 sono arrivate 85 segnalazioni che poi confluiranno nella Rac (relazione annuale di controllo) del 2024.
«Oggi presentiamo – ha detto Emiliano – l’attività del Nirs, che è un nucleo ispettivo voluto dalla presidenza della Regione Puglia, e che rappresenta il più poderoso sistema di controllo di tutte le attività della sanità pugliese pubblica e privata. Questo lavoro ha dato vita a numerosissime ispezioni e approfondimenti dei quali oggi si è dato conto. A prescindere dal sistema di controllo ordinario gestito dalle Asl, fondato sul potere disciplinare di ciascuna direzione strategica, esiste un controllo politico di ogni questione che riguarda la sanità. Ogni cittadino, persino in forma anonima, può segnalare situazioni che hanno bisogno di essere approfondite. A parte i dipendenti del sistema sanitario, nel Nirs lavorano come volontari numerosi ufficiali di polizia giudiziaria di grande esperienza che si sono occupati delle indagini forse più importanti effettuate negli ultimi anni in Puglia e prestano la loro attività gratuitamente. Oggi abbiamo consegnato un riconoscimento a queste persone che lavorano gratuitamente per il popolo pugliese».
«Un lavoro straordinario – ha sottolineato La Sala – frutto di ore ed ore di studio, confronto e scambio di idee. Perchè il Nirs – ha continuato – ha come obiettivo la ricerca di soluzioni capaci di migliorare il sistema sanitario».
La Scala ha voluto sottolineare la necessità di effettuare maggiori controlli nelle strutture sanitarie, perchè «se questo avvenisse già a monte, i controllati si responsabilizzerebbero di più e probabilmente il Nirs non avrebbe ragione di esistere». «Il Nirs – ha continuato – non è un organo di polizia o investigativo, né ha poteri di polizia giudiziaria, ma è un organo investigativo di secondo livello. Se le direzioni sanitarie facessero più controlli di primo livello, il Nirs nemmeno entrerebbe in gioco. Con più controlli ci sarebbero maggiori responsabilità. Il controllo non serve per punire, ma per responsabilizzare».
«Noi non siamo un organo punitivo – ha aggiunto La Scala – e spesso le nostre relazioni si concludono con proposte di archiviazione. Sarebbe però opportuno che le direzioni sanitarie dessero dei riscontri sulle nostre attività.» A breve, ha aggiunto La Scala, le direzioni sanitarie pugliesi riceveranno la Relazione annuale di controllo (Rac) del Nirs per il 2023.
A margine dell’evento, il coordinatore del Nirs ha individuato alcune delle criticità maggiori rilevate: «Sotto il profilo dei disservizi abbiamo concluso che occorre potenziare gli strumenti per rendere più diretto il rapporto tra strutture sanitarie e pazienti. C’è molto distacco, e manca quel flusso comunicativo che invece sarebbe necessario».
La Scala ha poi sottolineato le principali problematiche rilevate dal punto di vista della mala gestio: «C’è la questione delle Rsa, il 79% delle quali non ha i requisiti formali. Questo – ha rilevato – è un problema che si può risolvere mettendo mano alle norme. C’è poi il problema delle società in house, in particolare di Sanitaservice nelle sei province e nel Policlinico di Bari: c’è poco personale, i servizi igienici non sono sempre garantiti, spesso e volentieri il personale svolge mansioni diverse da quelle per cui è stato assunto».«A Foggia, poi – ha concluso – in passato non è stata versata l’Iva e Sanitaservice Foggia sta pagando 21 milioni all’erario». Altri problemi sarebbero «le prenotazioni per le visite, per le quali si aspetta anche due anni, la difficoltà di reperire le cartelle cliniche, il poco personale a disposizione».
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