Nel sud della Puglia le piante di avocado oramai sono migliaia e migliaia, oltre 100mila in Salento. Numeri in crescita anche per il mango made i
Nel sud della Puglia le piante di avocado oramai sono migliaia e migliaia, oltre 100mila in Salento. Numeri in crescita anche per il mango made in Puglia. Il clima impazzito spinge l’agricoltura del Mezzogiorno a sperimentare nuove strade.
Ultime generazioni – Piante di mango e di avocado, e ancora le bacche di Goji, che trionfano tra i consumatori quale cibo della salute, sono le produzioni innovative scelte dagli agricoltori pugliesi e lucani per ovviare ai cambiamenti climatici in atto. La cosiddetta «tropicalizzazione» delle regioni del Mediterraneo ha portato all’aumento di ettari piantati con i superfrutti esotici ad oltre 500 ettari, con un incremento esponenziale negli ultimi anni. Artefici della nuova agricoltura del Sud sono molti produttori di ultima generazione, giovanissimi agricoltori che hanno scelto di non abbandonare la tradizione familiare ma di rinnovare le aziende attraverso innovazione e tecnologiae.
Al posto degli uliveti infetti – In Puglia cresce gradualmente, con ottime performance, anche la produzione di banane, lime, bacche di aronia (di aspetto simile ai mirtilli neri) e bacche di Goji come già detto, un tempo prodotte unicamente in Asia.
Bello l’esempio di un’azienda di Copertino, già protagonista nella produzione di melograno, che già da alcuni anni ha avviato le prime coltivazioni di frutti esotici per sostituire alcuni ettari di olivi infettati dalla Xylella.
Un calo inevitabile – D’altronde il mondo delle terre deve necessariamente produrre anticorpi per combattere il «climate change». Una rivoluzione che ha già eroso il 15% del raccolto di riso, il 10% del grano, il 60% per le ciliegie e il 63% delle pere, mentre il miele è sceso del 70% rispetto allo scorso anno. Ben noto anche il calo registrato per la vendemmia (-12%), secondo i dati dell’Osservatorio Europeo Copernicus.
«L’inganno d’autunno» – Al di là della riconversione delle aziende agricole pugliesi e lucane, le organizzazioni professionali lanciano ancora una volta il grido d’allarme per gli effetti del cambiamento climatico. Nelle scorse ore Coldiretti ha spiegato il problema dell’«inganno» d’autunno: nelle campagne le coltivazioni «ingannate» dal caldo sono più sensibili al maltempo e al previsto abbassamento delle temperature mentre i ciliegi sono in fiore e i fichi sono in produzione. Sono a rischio le stagioni di melanzane, peperoni, zucchine e cetrioli.
i fondi del pnrr Ed ecco perché l’organizzazione è tornata a chiedere investimenti (con fondi del Pnrr) «per la manutenzione, risparmio, recupero e regimazione delle acque, un impegno per la diffusione di sistemi di irrigazione a basso consumo, ma anche ricerca e innovazione per lo sviluppo di coltivazioni resistenti».
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