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ERA prevedibile che il dopo della decisa e organizzata cacciata da Palazzo San Domenico, il defenestrato ex sindaco Gianni Rotice si scagliasse con tutta la veemenza di ex dominus disarcionato dal trono, contro i fautori del ribaltone che ha troncato di fatto tutte le sue velleitarie immaginazioni. Lo ha fatto dal suo rifugio personale con una nervosa e astiosa conferenza che ha ulteriormente esagitato gli animi non solo delle varie forze politiche, ma anche della gente di strada (ad eccezione di quella al suo seguito naturalmente) delusa da due anni di inganni e delusioni, dimostrando ancora una volta «il vero volto di un uomo assettato solo di potere».
DISILLUSIONE completa anche per chi si aspettava, a conclusione della sua esperienza di governo, un momento di riflessione sul complesso momento che città dovrà affrontare in questi mesi che la separano dal voto. Niente: ancora una volta ha dimostrato inadeguatezza al ruolo e arroganza. «Il suo istrionico assolo, al di là dei soliti comunicati addomesticati e edulcorati, è stato – rilevano gli esponenti di “Con” – un incalzare di bugie, falsità e cattiverie, espressi in modo vile e offensivo ancorché conditi con un ossessivo richiamo alla sua condizione di ricco che non ha bisogno di niente e di nessuno».
MASSIMO Ciuffreda, ex consigliere comunale PD, lo stesso che ha condotto la strategia di rovesciamento di Rotice e compagni: «non ci ha visti arrivare» ha osservato in un post riprendendo la nota frase di Elly Schlein. Dando atto ai 13 «veri eroi che sono riusciti ad abbattere un Golia che ha pensato fino all’ ultimo secondo di comprare la dignità, l’intelligenza e la consapevolezza di ognuno di loro», Ciuffreda ha chiosato in modo caustico i vari punti di un «monologo incomprensibile, privo di riferimenti oggettivi su ventitré mesi costellati di errori, menzogne, opportunità mancate» fino ad affermare, respingendo le basse insinuazioni dell’ex sindaco, «la stampa va lasciata libera, non sempre è acquistabile».
PESANTI e grossolane le accuse mosse nei confronti dell’ex partner dell’avventura comunale Forza Italia, sganciatasi dalla coalizione a guida Rotice e parte determinante della fine della consiliatura, e in particolare contro l’on. Giandiego Gatta. Dopo aver “rivelato” di avergli «pagato la campagna elettorale per il parlamento e utenze di partito», Rotice lo ha invitato «a lasciare il Parlamento e candidarsi a sindaco alle prossime amministrative». FI e on. Gatta hanno annunciato una “Operazione verità” con una conferenza trasmessa in streaming oggi alle 17,30.
MA si profilano anche strascichi giudiziari. A prospettarlo è la ex consigliera comunale PD, Rita Valentino, che in un post denuncia le «inaudite falsità» dette in conferenza nei confronti del compagno, un vigilie urbano reo «nell’esercizio delle sue responsabilità, ha multato anche suoi ex colleghi della maggioranza, il che significa che quegli ex consiglieri invece di dare l’esempio di buon senso civico, hanno violato il codice della strada. Questo dimostra che il mio compagno ha agito con onestà e coscienza, mentre lei lo sbeffeggiava con i suoi colleghi».
INSOMMA, il ritorno al futuro di Manfredonia si presenta irto di difficoltà e veleni che dovranno essere appianati e sanati da cittadini savi di buona volontà.
Michele Apollonio
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