Anche a Manfredonia si fa sentire la crisi delle banche

: DA QUALCHE tempo, almeno un paio d’anni, anche le banche hanno dovuto attuare una severa e drastica “cura dimagrante”, hanno cioè ri

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DA QUALCHE tempo, almeno un paio d’anni, anche le banche hanno dovuto attuare una severa e drastica “cura dimagrante”, hanno cioè ridotto la loro presenza nei vari comuni e diminuite le prestazioni a sportello sostituite dalla tecnologia informatizzata. Una vera trasformazione epocale che non ha risparmiato, in misura maggiore o minore, tutti i centri urbani con sensibili ripercussioni sull’utenza, cioè i cittadini spesso disorientati dal nuovo riordino delle prestazioni bancarie. Naturalmente anche Manfredonia le banche hanno dovuto rivedere i rispettivi assetti. Sono venuti meno ben cinque sportelli e quelli rimasti hanno radicalmente trasformato i tradizionali servizi adeguandoli alle tecnologie emergenti.
ANCHE le banche dunque, ritenute per antonomasia attività solide e sicure, sono in crisi. Un andamento che viene da lontano. I numeri parlano chiaro: negli ultimi trent’anni il numero delle banche si è ridotto drasticamente: erano 1.037 nel 1993, sono ad oggi 434. Tra il 2018 e il 2022 sono stati chiusi 6.388 sportelli: 1.277 l’anno e le stime per il prossimo quadriennio parlano di 2.500 chiusure. La contrazione della presenza di filiali bancarie nei comuni è finalizzata all’aumento della propria redditività e diversificazione degli investimenti. Sono sempre meno le filiali fisiche a beneficio dell’online banking, ovvero internet banking: un sistema virtuale cioè che consente ai clienti di effettuare operazioni finanziarie attraverso il sito web o l’app sul cellulare.
SI CALCOLA che almeno tre mila comuni siano rimasti senza filiali e il fenomeno è in progressione. E Manfredonia? «La nostra città non fa eccezione; infatti, negli ultimi 15 anni gli sportelli sono passati da 18 a 12 – un terzo dei quali concentrati in un unico gruppo bancario – mentre in tutta la provincia di Foggia il calo è stato ancora più marcato, visto che si è passati da 253 sportelli del 2008 agli attuali 143» afferma Tommaso Rinaldi, affermato consulente finanziario che svolge una proficua attività di divulgazione e conoscenza dei sistemi finanziari anche nelle scuole. «La chiusura degli sportelli bancari – analizza – è un fenomeno che va avanti da diversi anni e certamente proseguirà anche con maggiore incidenza, sia per l’effetto di fusioni e acquisizioni finalizzate a razionalizzare i costi delle società bancarie e ottenere maggiori quote di mercato, sia per l’avvento delle banche digitali che hanno rivoluzionato il modo di rapportarsi al sistema finanziario in senso lato, dalla gestione della liquidità spicciola fino agli investimenti finanziari».
IN PROVINCIA di Foggia tra depositi bancari e depositi postali sono accantonati dodici milioni di euro. In testa è naturalmente Foggia con 2.923 milioni di euro; seguono nell’ordine San Severo 744,380; Cerignola 715,179; Manfredonia 570,174; Lucera 473,763; San Giovanni Rotondo 457; ultimo in graduatoria è Ascoli Satriano con 65,761 milioni di euro. Una situazione in piena evoluzione. Che naturalmente si ripercuote sull’occupazione del personale bancario che ha subito un sostanziale dimagrimento in qualche modo compensato dalla necessità di riqualificare i dipendenti alle nuove funzioni. Ma anche la clientela è costretta a sottoporsi a veloci e forzati aggiornamenti.
Michele Apollonio

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