La Puglia in prima linea

La Puglia in prima linea se l’attacco terroristico di Hamas contro Israele del 7 ottobre dovesse allargarsi? Il fianco sud-est della NATO è l’estr

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La Puglia è riva di guerra, dovrebbe essere la sponda di un futuro di pace

La Puglia in prima linea se l’attacco terroristico di Hamas contro Israele del 7 ottobre dovesse allargarsi? Il fianco sud-est della NATO è l’estrema frontiera dell’Occidente. Il 12 ottobre 1960, all’assemblea delle Nazioni Unite, Nikita Krusciov si tolse una scarpa e la sbatté sul tavolo urlando minacce, tra cui: «Incenerirò gli aranci del Gargano». Intendeva la base del Monte Jacotenente, in costruzione sul bordo della Foresta Umbra. Sarebbe diventata operativa soltanto tre anni dopo, ma ovviamente ne avevano già contezza i maestri spioni del KGB e di conseguenza il Politburo. Così tra gli effluvi dei pini penetrarono le onde delle intercettazioni elettroniche dei continui sconfinamenti di caccia sovietici nello spazio aereo della NATO. Fino al mosaico disfatto che uscì dalla caduta del Muro, allorché Jacotenente diventò un ganglio essenziale nel dispiegamento dei nuovi dispositivi di sicurezza. A partire dalle guerre balcaniche degli anni ‘90. Il ricollocamento del 603º Squadrone tattico di Aviano implica un ruolo decisivo, accentuatosi con la crisi del Kossovo, nelle operazioni di rifornimento in volo (Air-to-air refueling) per i velivoli impegnati nelle missioni. Scendendo sulla sconfinata pianura del Tavoliere, a non troppi chilometri di distanza, nella frazione di Amendola, fra l’agro di San Giovanni Rotondo, Manfredonia e San Marco in Lamis, si dispiega l’aeroporto intitolato alla memoria del tenente pilota Luigi Rovelli, medaglia d’oro al valor militare. La sua storia risale alla seconda guerra mondiale, dapprima utilizzato dalla Luftwaffe tedesca, quindi, in seguito all’armistizio dell’8 settembre 1943, dagli americani. Con un dettaglio. Fra gli addetti radar delle forze USA c’era Frederick Pohl, noto scrittore di fantascienza.

Chiusa al traffico commerciale, che transita dallo scalo foggiano di “Gino Lisa”, è la seconda maggiore base aerea europea dopo quella di Ramstein, in Germania. Una struttura ad alta efficacia, dalla quale decollano i principali apparecchi della NATO. Il che evoca lo scenario della prima guerra del Golfo, che si sposta a Bari nel gennaio 1991, quando l’alleanza composta anche da Paesi non membri della NATO intervenne per contrastare l’invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein. I bersagli sensibili del capoluogo erano presidiati dall’esercito. Soldati vigilavano sulla stazione ferroviaria, sugli uffici pubblici e pattugliavano gli studi della sede regionale RAI di Via Dalmazia.

Nell’area metropolitana di Bari rientra la base di Gioia del Colle, che conferisce alle Murge una funzione strategica, trasponendo il panorama dalla geografia alla geopolitica. Più antica di altre installazioni della difesa, la sua costruzione data dalla fine del 1916, che vedeva l’Italia impegnata nella Grande Guerra. Tanto che la notte fra il 4 e il 5 ottobre 1917 proprio da lì si alzò in volo lo stormo cui fu affidata l’incursione sulla base aeronavale austroungarica di Cattaro. Vi partecipò Gabriele D’Annunzio.

È d’obbligo citare Taranto. L’epopea che vi si consumò nelle due apocalissi belliche del XX secolo conobbe appendici di rilievo ai tempi della Guerra Fredda. Dalla flotta sovietica del Mar Nero dipendeva l’importante Squadrone del Mediterraneo, responsabile fra l’altro di missioni spionistiche sottomarine occulte contro le installazioni pugliesi site nella città dei due mari. Dove, inoltre, il 17 settembre 2022, nell’Arsenale militare della Marina, si diede inizio alle riprese del film Il comandante, di Edoardo De Angelis, sul coraggioso capitano Salvatore Todaro, alla guida del sommergibile “Comandante Cappellini”, che mise in salvo i naufraghi belgi del “Kabalo”, piroscafo mercantile da lui stesso silurato. E a Taranto venne costruito lo scafo del sottomarino, modellato su un U-Boot tedesco in mancanza di disegni dell’originale.

Oltre alla guerra guerreggiata, la Puglia ha ospitato quella segreta, subdola e altrettanto distruttiva dello spionaggio. Lungo l’intera estensione del territorio il micidiale doppiogiochista inglese Kim Philby organizzò i falsi sbarchi in Albania, dal 1949 al 1953, volti a rovesciare il regime di Enver Hoxha. Centinaia di uomini catturati e uccisi per il tradimento della spia del secolo.

Vista la sua conformazione estremamente costiera, più che un fronte, la Puglia si ritrova una riva di guerra, mentre dovrebbe essere la sponda di un futuro da programmare nello sviluppo, nella convivenza mediterranea e nell’interfaccia di popoli affini, cullati dallo sciabordio della pace.

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