Calcioscommesse, lo psichiatra Rullo: “Si tratta di ludopatia, tra gli sportivi è emergenza salute mentale”

Da tifoso sono amareggiato per quanto sta accadendo nel mondo del calcio, da medico penso che fosse prevedibile ma molti, evidentemente anche all’inte

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Da tifoso sono amareggiato per quanto sta accadendo nel mondo del calcio, da medico penso che fosse prevedibile ma molti, evidentemente anche all’interno dei club, hanno voluto chiudere gli occhi. Il calcioscommesse non può e non deve tradursi semplicisticamente in un gruppo di sportivi milionari che scommettono enormi quantità di denaro, mettendo a rischio la propria carriera, nel tentativo di arricchirsi ulteriormente. No, è molto di più e molto peggio: è ludopatia, un disturbo patologico da gioco d’azzardo in cui a farla da padrone non è il tentativo di vincere ma tutto il contrario, ossia quello di perdere per poter continuare a scommettere”. Lo dichiara lo psichiatra Santo Rullo, fondatore della Nazionale di calcio a cinque per persone con disturbi mentali Crazy for Football.

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“È una dipendenza vera e propria- aggiunge- e come tutte le dipendenze ha a che fare con il delicato equilibrio emotivo di giovani vulnerabili. Sono sconcertato dal fatto che nessuno nelle squadre si sia mai reso conto di questa dipendenza che oltretutto si manifesta con chiari sintomi e segnali. Lo dico da tempo e quanto sta avvenendo conferma la correttezza della mia posizione: i professionisti dello sport devono essere supportati costantemente da psicologi e psichiatri, per migliorare le prestazioni in campo ma soprattutto per dotarli degli strumenti per far fronte a tutte quelle difficoltà che le pressioni e le aspettative producono nelle menti di questi giovani come la depressione o, appunto, la ludopatia. La salute mentale è oggi una vera e propria emergenza nel mondo dello sport professionistico, per questo mi auguro che un evento così dannoso per il sistema calcio smuova le Federazioni affinché si impegnino attivamente per proporre a tutti i club e società sportive un piano per contrastare fenomeni di questo tipo nell’interesse dell’attività professionistica ma soprattutto degli sportivi. Se nulla cambierà, se non si correrà immediatamente ai ripari- conclude lo psichiatra- ci troveremo presto a commentare altri eventi magari più drammatici in cui saranno coinvolti sportivi professionisti”.

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