Sarà pure per qualche ora (a meno che Juve Stabia e Benevento non inciampino domani e lunedì), ma il primato raggiunto dal Foggia dopo la vittoria
Sarà pure per qualche ora (a meno che Juve Stabia e Benevento non inciampino domani e lunedì), ma il primato raggiunto dal Foggia dopo la vittoria con il Brindisi è comunque un risultato ragguardevole, specie se si considerano le premesse stagionali. Guai, però, a fare voli con la fantasia che sarebbero assolutamente controproducenti. Meglio guardare partita dopo partita. È bastato un grandissimo primo tempo alla squadra di Cudini per far suo il derby. Una prestazione di alto livello per intensità, qualità delle giocate alla quale ha fatto poi seguito una ripresa di gestione, nella quale comunque i satanelli hanno avuto la chance addirittura di arrotondare ulteriormente il punteggio.
PRIMO TEMPO – Al duplice fischio che autorizza la pausa tra le due frazioni, sono probabilmente due i sentimenti che animano chi ha osservato la partita del Foggia: alla soddisfazione per la prestazione di alto livello e di intensità quasi anglosassone, si associa il dubbio sulla capacità della squadra stessa di reggere certi ritmi a lungo. Nel dubbio, la squadra di Cudini è brava a chiudere il primo atto con un doppio vantaggio tanto meritato quanto (quasi) riduttivo rispetto alla bontà della prestazione. Perché in barba a un caldo inconcepibile per un pomeriggio di metà ottobre, i satanelli sin dai primi secondi impongono ritmi frenetici al Brindisi. L’azione di Peralta, archiviata con una conclusione terminata in curva, dopo poco più di venti secondi è come un lauto antipasto che preannuncia un pranzo ancora più abbondante. Il 3-4-1-2 di Cudini funziona in ogni singolo componente e, per una volta, non è necessario il ricorso agli adattamenti. Dietro, Salines e Rizzo fiancheggiano Carillo; in mezzo al campo Cudini decide di rinunciare a un ragionatore puro come Marino a vantaggio dei muscoli di Martini e Di Noia, fondamentali sia per avviare la riaggressione, ma soprattutto per proteggere Schenetti, piazzato alle spalle di Peralta e Tonin. Poi ci sono gli esterni, Vezzoni a sinistra e, soprattutto, Garattoni a destra. E, senza nulla togliere a chi lo ha sostituito da Catania in poi, con il capitano titolare è tutta un’altra musica. A destra il Foggia è a tratti devastante, ma è l’intensità e la repentinità del recupero palla a rendere speciale la performance dei satanelli. Che collezionano azioni nitide e potenziali (con Di Noia e Vezzoni), fino al gol di Garattoni, nella classica azione da 3-5-2 (o 3-4-1-2) che vede un esterno servire il compagno dell’altro fronte. Il capitano è bravo ad accentrarsi, a puntare l’uomo e scaricare un destro violento che piega le mani a Saio. Il Brindisi è quasi mai pervenuto. Certo, lo schieramento ultraoffensivo scelto da Danucci, unito a una circolazione di palla piuttosto lenta, non aiuta. Di fatto, la squadra è spezzata in due tronconi, con i tre trequartisti quasi sempre in linea con la punta Ganz, e i due mediani costretti a coprire porzioni di campo piuttosto ampie. L’unico a farsi notare è Fall, che Salines e Garattoni riescono a contenere a volte non rispettando l’ortodossia degli interventi. Alla presunta pericolosità (resa comunque effimera) offensiva di Fall corrisponde una certa tenerezza in fase passiva, come attesta l’azione del raddoppio rossonero. Garattoni è un treno che non conosce fermate, va sul fondo e crossa, Saio respinge non a sufficienza per evitare il tap in di Schenetti. 2-0 e fortunatamente (per il Brindisi) si va così all’intervallo.
SECONDO TEMPO – Mazia per Bunino e Costa per Fall sono le correzioni apportate da Danucci per provare a sa sovvertire l’ordalia. L’incipit sembra far presagire una ripresa con qualche affanno in più per i padroni di casa, impressione che non trova però il conforto della concretezza. Il Foggia lascia sì un po’ di campo e il possesso al Brindisi, ma è una rinuncia strategica non una necessità indotta dagli avversari. Anche perché a riempire il tabellino delle occasioni degne di nota sono sempre i padroni di casa, come al 5’ quando Garattoni sparacchia in curva un assist di Rizzo al termine di una meravigliosa fuga sulla sinistra. L’unico brivido il Foggia lo avverte poco dopo l’ora di gioco. Bizzotto di testa trova un gran gol su corner, ma la presenza ‘illecita’ di Valenti viene segnalata dal primo assistente e sanzionata dal direttore di gara. Scampato il pericolo, la superficie torna liscia e in discesa. Cudini può gestire al meglio le energie, inserendo Antonacci per Garattoni e il redivivo Beretta per Peralta. C’è spazio anche per Rossi, Marino e Idrissou. La traversa nega a Salines un gol capolavoro di sinistro – su precisa assistenza di Beretta – e sarà l’ultimo momento emozionante di una partita che sfiorisce progressivamente. Il derby va al Foggia, che per una notte si ritrova prima in classifica, seppur accanto alla Juve Stabia. Non accadeva dai tempi di Stroppa.
Foggia-Brindisi 2-0: il tabellino
FOGGIA (3-4-1-2) Nobile; Salines, Carillo, Rizzo; Garattoni (19’st Garattoni) Martini (24’st Rossi), Di Noia, Vezzoni; Schenetti (26’st Marino); Peralta (19’st Beretta), Tonin (37’st Idrissou). A disposizione: Cucchietti, De Simone, Vacca, Riccardi, Odjer, Fiorini, Papazov. Allenatore: Cudini
BRINDISI (4-3-3) Saio; Valenti, Bellucci, Bizzotto, Nicolao (26’pt Monti); Ceesay (8’st Petrucci) Malaccari (33’st Lombardi); Albertini, Bunino (1’st Mazia), Fall (1’st Costa); Ganz. A disposizione: Albertazzi, Auro, Vona, Gorzelewski, Cancelli, Moretti, De Angelis, Golfo, De Feo. Allenatore: Danucci
Arbitro: Frascaro di Firenze
Assistenti: Boggiani di Monza – Santarossa di Pordenone
Quarto ufficiale: Manzo di Torre Annunziata
Marcatori: 17’pt Garattoni (F), 31’pt Schenetti (F)
Ammoniti: Salines (F), Di Noia (F), Albertini (B)
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