In Puglia i più difficili da trovare sono i camerieri, seguiti dai commessi delle vendite al minuto, al terzo posto c’è il personale non qualificato c
In Puglia i più difficili da trovare sono i camerieri, seguiti dai commessi delle vendite al minuto, al terzo posto c’è il personale non qualificato che si occupa di pulizie, al quarto i muratori in pietra e spedizionieri e camionisti. In Basilicata mancano i medesimi profili, seppure in un ordine diverso. Questa sorta di «hit parade» delle professioni più gettonate e, al contempo, più difficili da reperire arriva dal Veneto, dall’Ufficio studi della Cgia-Associazione Artigiani e Piccole Imprese Mestre, che ha anche fatto emergere la più grande stortura italiana: nel nostro Paese ci sono due milioni di disoccupati, di cui 800 mila circa in età compresa tra i 15 e i 34 anni e, aggiungiamo noi, nel 2022 i disoccupati in Puglia sono stati 171.535 e in Basilicata 15.619, però le imprese arrancano per la mancanza di lavoratori, da nord a sud dello Stivale. Secondo la Cgia, in Puglia non si trovano 31.610 lavoratori e in Basilicata 4.060.
Dal 2017 a settembre 2023, si evidenzia, l’incidenza percentuale di difficoltà di reperimento è più che raddoppiata. Se sei anni fa solo il 21,5% degli imprenditori faticava a trovare nuovo personale, nella rilevazione del mese scorso la percentuale è salita al 47,6%.
Al Nord, si legge nel report della Cgia, si cercano soprattutto addetti alla pulizia, camerieri e commessi. Al Sud muratori e, anche qui, camerieri e commessi. Tra le quattro ripartizioni geografiche del Paese, invece, le maggiori difficoltà sono nel Nordest. A Bolzano nel 2022 l’incidenza percentuale più alta, il 52,5%. Seguono Pordenone (52%) e Gorizia (48,8%), e poi Pavia (48,3%), Trento (47,9%), Udine (47,8%), Bologna e Vicenza (47,7%), Lecco (46,9%) e Padova (46,8%).
Sebbene il livello di disoccupazione nel Sud si aggiri mediamente sul 15%, anche in questa ripartizione un nuovo posto di lavoro su tre ha rischiato di non essere coperto. Le punte più alte sono a Chieti e L’Aquila con il 43,6%, a Caltanissetta (40,5%), Cagliari (39,2%), Brindisi e Sassari (39%), Siracusa (38,8%), Isernia, Matera e Pescara (38,5%), Benevento.
In pratica, volendo mettere in ordine decrescente le province apulo-lucane censite in cui è più difficile trovare lavoratori, si scopre che il Brindisino è al primo posto (posizione 66 a livello nazionale), seguito dal Materano (70esimo posto a livello nazionale), dal Potentino (ottantesimo posto), dal Barese (97esimo posto e assorbe anche i dati della BAT), dal Leccese (101esimo) e dal Foggiano che chiude la classifica in terzultima posizione, prima di Trapani e Vibo Valentia.
COMMENTI