Un’estate così? È quasi infinita nel ricordo di tante canzoni

«L’estate sta finendo... e un anno se ne vaaa!». Sono settimane che mi passa per la testa questo ritornello dei Righeira, in una fine estate che stiam

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«L’estate sta finendo… e un anno se ne vaaa!». Sono settimane che mi passa per la testa questo ritornello dei Righeira, in una fine estate che stiamo posponendo di continuo, come una sveglia sgradita al mattino. Rimanda, rimanda.

Sono decine le canzoni che mi vengono in mente su questo tema, che hanno cantato e continuano a cantare un passaggio che prende il cuore e la sensibilità di tutti, sia i malinconici per la stagione che si conclude così come gli entusiasti di un nuovo capitolo che sta per arrivare.

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«Ma l’estate somiglia a un gioco, è stupenda ma dura poco». Ci viene da smentirli oggi, Califano e la sua «Un’estate fa», scritta sulle note del grande successo francese «Une belle histoire» di Michel Fugain, dentro queste estati sempre più dilatate.
«È il segno di un’estate che vorrei potesse non finire mai», desiderio esaudito invece per i Negramaro che in uno dei loro più grandi successi ripetono questa frase più e più volte obbligandoci a cantarla in coro con loro mentre il brano passa in radio.
«Tornerà un altro inverno, cadranno mille petali di rose, la neve coprirà tutte le cose e forse un po’ di pace tornerà. Odio l’estate».

È stato tutto troppo per Bruno Martino che aspetta una stagione più calma in cui dare sollievo al cuore, ribadendo quell’associazione che i cantautori anche più raffinati non possono fare a meno di narrare, tra l’estate e la spensieratezza, tra l’estate e l’amore. Ed è lo stesso autore che canta «E la chiamano estate questa estate senza te».
Quali sono i confini di una stagione? Solstizi ed equinozi non sono sufficienti.

«Summertime and the livin’ is easy», poi il gioco si complica. La leopardiana «Summertime sadness» di Lana del Rey, la malinconia de «La fine dell’estate» dei The giornalisti.

Quando lasciar andare è difficile, la musica arriva a scavare per poi alleggerire, a rompere la bolla di un’estate passata «su una spiaggia solitaria »sulla quale arriva l’eco di un cinema all’aperto come scriveva Battiato, e ad abbracciare un mare diverso, «un concetto che il pensiero non considera» un vento nuovo che agita anche noi.

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