Anche se servono per fare cassa, i condoni non riescono a scongiurare il «vizio» dell’evasione fiscale, che nel nostro Paese resta elevata; lo stesso
Anche se servono per fare cassa, i condoni non riescono a scongiurare il «vizio» dell’evasione fiscale, che nel nostro Paese resta elevata; lo stesso vale per le sanatorie edilizie, che anzi nei decenni hanno dato risultati scarsi. Il quadro è delineato nell’ultima analisi effettuata dalla Cgia di Mestre, che ha preso in esame 50 anni di «pacificazioni» fiscali ed edilizie, in base ai dati dell’Istat. Ebbene, per la Puglia ne viene fuori un quadro devastante: grazie ai condoni elargiti dal 1973, nella classifica di euro evasi ogni 100 euro incassati dallo Stato, in Puglia gli evasori se ne trattengono mediamente 19,2 euro, in Campania 20 e in Calabria, maglia nera d’Italia, 21,3. In pratica, il tacco dello stivale si colloca al terzo posto della classifica nazionale sul «nero» stimata al 2020, col 19,2% di evasione rispetto al gettito tributario regionale complessivo e oltre 5,7 miliardi di euro sottratti alle casse dello Stato. Meno grave la situazione in Basilicata, al settimo posto della classifica (tutta guidata dal Sud) con il 16,5% di evasione e 791 milioni di euro non incassati dall’erario.
Se ci sposta sul fronte dell’abusivismo edilizio condonato, le cose non vanno molto meglio: nel 2022 è la Basilicata (insieme alla Calabria) ad aver registrato il picco massimo,m ovvero il 54,1% del patrimonio stimato dal Cresme. La Puglia, col suo 34,8%, si colloca al quinto posto.
Nel complesso lo studio, analizzando i condoni fiscali dal 1973 e stabilendo un coefficente di rivalutazione stimato al 2022 rileva che negli ultimi 50 anni l’erario ha incassato complessivamente 148,1 miliardi di euro, ma l’evasione fiscale rimane ancora molto elevata, e risulta pari pari a quasi 90 miliardi all’anno. La sanatoria fiscale del 2003 è stata quella più «redditizia» per le casse dello Stato, facendo incassare, tra concordato, chiusura liti pendenti, definizione ritardi od omessi versamenti, regolarizzazione delle scritture contabili, circa 28 miliardi. Seguono il condono tombale del 1991, che fino al 1994 ha garantito 10,4 miliardi, e il concordato/sanatoria delle scritture contabili del 1995, che fino al 2000 ha assicurato 8,4 miliardi di gettito.L’economia «non osservata», cioè quella che, per motivi differenti, sfugge all’osservazione statistica diretta, nel 2020 ha avuto un peso sul valore aggiunto nazionale all’11,6%, pari a 174,6 miliardi, di cui 157,4 sommersa, e 17,3 illegale. In Puglia, però, è arrivata al 17% e in Basilicata al 14,6%, ben oltre la media nazionale. Quei 90 miliardi complessivi di evasione fiscale e contributiva sono stimati in 78,9 tributari e 10,8 contributivi. In sostanza è come se a ogni 100 euro di gettito incassato gli italiani ne evadessero 13,2. Per quanto riguarda i condoni edilizi del 1985, 1994 e 2003, si stima che i Comuni abbiano incassato la miseria di poco più di 15 miliardi, suddivisi in 3,1 per il primo, nel secondo 5,2 e nel poco più di 7, rispettivamente il 58%, il 71% e il 34,5% del gettito previsto.
Fonte La Gazzetta del Mezzogiorno
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